fonte: https://calabriastraordinaria.it/news/visita-al-parco-archeologico-nazionale-di-locri-epizefiri
Immaginate di immergervi nel mondo affascinante della Magna Grecia e delle sue antiche polis calabresi, tra templi, dimore lussuose e suppellettili giunte intatte sino ai giorni nostri a raccontarci di usi domestici e rituali.
Immaginate che questa città-Stato sia tuttora una delle più interessanti lungo la costa ionica calabrese, in provincia di Reggio Calabria, tanto da dare il nome all’intero territorio che ricade attorno alla sua orbita, la Locride.
Pronti a scoprire il volto classico di Locri Epizefiri?
Il Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri
Il Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, a due passi dalla costa ionica nota come Riviera dei Gelsomini, è la porta di ingresso alla dimensione arcaica in cui vissero Zaleuco, primo legislatore del mondo occidentale, e Nosside, la poetessa dell’amore. Accesso a quel che rimane dell’omonima polis greca di Locri Epizefiri.
Fondata alla fine dell’VIII secolo a.C. da alcuni profughi greci che si stabilirono lungo la costa, Locri è stata una delle più importanti città della Magna Grecia di Calabria, protagonista della scena politica, religiosa e sapienziale dell’epoca fino al periodo romano.
Preservata dalla mancata sovrapposizione dell’abitato moderno, la città antica è ancora rintracciabile tra i resti del Parco Archeologico di Locri, immerso nella macchia mediterranea, e ricco di strutture tuttora leggibili: santuari e templi monumentali, come quello in Contrada Marasà, il più grande fra quelli esplorati nell’area archeologica (VII secolo a.C.) con una notevole decorazione scultorea di scuola Fidia, oggi visibile al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Un tempio dorico dedicato a Zeus sorgeva nei pressi del teatro, vicino Casa Marafioti, importantissimo per il suo archivio di tavolette bronzee ritrovato in una teca di pietra; in prossimità dell’abitato di Centocamere sorgeva il Tempio di Afrodite, protettrice dei naviganti e del mare, formato da una serie di ambienti a “U”, con un portico antistante e un ampio cortile centrale probabilmente destinato a banchetti comuni.
All’esterno delle mura si trova il celebre Persephoneion, che Diodoro Siculo definì “il più illustre santuario dell’Italia”. Da qui proviene uno dei depositi votivi tra i più ricchi della Magna Grecia, dal quale provengono i famosi pinakes, tavolette di terracotta raffiguranti il mito di Persefone.
La visita al Parco di Locri Epizefiri si completa con il piccolo Museo Archeologico in località Marasà.
Cosa vedere a Locri
L’odierna cittadina di Locri mostra caratteri molto diversi da quelli delle sue origini classiche, come dimostrano la Chiesa di Santa Caterina, oggi in stile romanico-lombardo, che conserva al suo interno una serie di pregiate sculture lignee processionali (1850) e la Cattedrale di Santa Maria del Mastro.
Notevole è il Palazzo Comunale “Spinola”, di stile rinascimentale, culminante in un grande frontone in cui è collocato l’orologio cittadino a numeri romani.
Tra i monumenti più rappresentativi dell’antico passato magnogreco, il Monumento a Nosside, poetessa locrese rappresentata sul Lungomare dallo sculture Tony Custureri.
Cosa assaggiare prima di lasciare Locri? Le alici ripiene, piatto tipico locale cucinato in diverse varianti e accompagnato da un buon calice di Greco di Bianco DOC.