Si sono aperti oggi i lavori della due giorni dell’Assemblea Generale per la Commissione Intermediterranea, che vede la Calabria ospitare 40 rappresentanti regionali da 8 paesi (Albania, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Marocco e Spagna). L’Italia partecipa con Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto. L’evento pone la Calabria al centro di un’area strategica che rappresenta circa il 10% del PIL mondiale, il 20% del traffico marittimo mondiale ed il 30% di quello petrolifero, oltre ad esercitare il 27% dei servizi di linea container.  Nel suo saluto di apertura, Giusi Princi Vicepresidente della Regione Calabria ha sottolineato il ruolo che la Regione intende svolgere nei prossimi anni per lo sviluppo del Mediterraneo allargato, che con i suoi 550 milioni di abitanti rappresenterà nei prossimi anni uno spazio di opportunità per affrontare alcune delle grandi sfide comuni a tutta l’area: digitale, sostenibilità, competenze e capitale umano, facendo leva su politiche di collaborazione economica, sociale e culturale. In tale contesto, la Vicepresidente Princi ha sottolineato come la Calabria intenda svolgere un ruolo centrale all’interno della macroarea sia di indirizzo che di progettualità a vantaggio di tutti i paesi del Mediterraneo Allargato.

La Regione ospita l’Assemblea forte delle proprie specificità ed eccellenze illustrate oggi: è la quarta regione più giovane del nostro paese (45,7 anni contro i 46,4 della media italiana), è seconda in Italia nel campo dell’imprenditoria giovanile, (6,6% contro la media italiana del 5,6%), seconda nel Sud-Italia e quinta in tutto il paese per quota di consumi energetici coperti da energia e fonti rinnovabili (40,4%). Tra i punti di forza della Regione c’è l’Università della Calabria che è al terzo posto come migliore università tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), al secondo posto per erogazione di borse di studio e al primo per quanto riguarda i servizi di residenza e mensa.

Con 800 km di coste (quarto posto in Italia), la Calabria si posiziona nella top ten delle regioni italiane per incidenza di valore aggiunto, occupati e imprese nell’Economia del Mare sul totale regionale. Il porto di Gioia Tauro è il primo porto italiano di Transhipment, il sesto nel Mediterraneo e l’ottavo in Europa e può diventare un laboratorio di sperimentazioni sostenibili. Gli investimenti infrastrutturali lo hanno reso il primo porto in Italia per indice di connettività nel 2022. È stato realizzato infatti il primo “fast corridor” del Mezzogiorno che connette Gioia Tauro e l’interporto di Bologna ed è stato firmato un accordo tra la Calabria e RFI per realizzare un nuovo hub ferroviario. Oggi circa il 40% della merce sbarcata in Italia e proveniente dai paesi extra UE passa per Gioia Tauro. Tra le eccellenze calabresi anche l’area marina protetta di Isola Capo Rizzuto che è la più vasta d’Italia.

Nella giornata di apertura, il primo panel, ha riguardato “Trasporti e Politiche Marittime Integrate”, nel quale si è discusso di tematiche quali la pesca, la legge sulla tutela della natura, il ripristino delle lagune, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione integrata delle zone costiere.

In relazione alla tutela dell’ambiente sono poi stati inoltre illustrati il Piano d’azione della Carta di Bologna, impegno per una strategia unica di protezione e sviluppo sostenibile delle coste nel Mediterraneo, i risultati del progetto AdriaClim, il progetto HORIZON Regions4climat e infine il piano per le infrastrutture per aumentare la resilienza costiera e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

Nel pomeriggio i lavori sono stati incentrati sullo stato di avanzamento e sulle prospettive della Strategia regionale mediterranea e su opportunità e sinergie dei programmi di cooperazione territoriale con la partecipazione di Maurizio Nicolai, Direttore Generale – Dipartimento Programmazione Unitaria – Regione Calabria.

Uno degli elementi distintivi della giornata di apertura è stata la partecipazione di una delegazione di giovani provenienti dalle regioni del Mediterraneo che hanno discusso di economia del mare e proposto soluzioni concrete su come questa possa avere un impatto sui territori di riferimento e sulle politiche occupazionali giovanili, ad esempio attraverso l’ecoturismo e la valorizzazione del patrimonio culturale. Un contributo tanto più significativo in una regione in cui quasi 1 giovane su 3, nella fascia d’età 15-29 anni, è ancora escluso da percorsi di istruzione, formazione e lavoro.

Sono stati inoltre approfonditi gli aspetti inerenti la creazione di opportunità di lavoro per studenti nella tutela dei litorali e nella protezione della biodiversità costiera, proponendo a tal riguardo un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni giovanili e la loro collaborazione con le istituzioni locali.