“Sono Matteo Messina Denaro“. Sono state queste le prima parole del boss arrestato oggi nel corso di un blitz coordinato dalla Procura di Palermo e dal Ros. “Come ti chiami?“, gli hanno chiesto i carabinieri. “Sono Matteo Messina Denaro“. Il capomafia avrebbe cercato di allontanarsi alla vista dei carabinieri. Un tentativo di pochi istanti fermato dai carabinieri.
Il boss Matteo Messina Denaro è stato trasferito dalla caserma San Lorenzo ed è diretto all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.
“In ordine all’arresto di Matteo Messina Denaro, eseguito oggi in area limitrofa all’ospedale La Maddalena, si precisa che lo stesso era in terapia oncologica, sotto falso nome, presso la Casa di cura“. Lo afferma una nota della clinica privata di Palermo. “Sono state date immediate disposizioni all’amministrazione, alla direzione sanitaria, ai medici del reparto e al personale parasanitario di fornire alle forze dell’ordine, che si ringraziano, tutta la documentazione clinica del paziente e puntuali risposte alle informazioni richieste.- prosegue la nota – Si informa inoltre che nessun dipendente o collaboratore è autorizzato a rilasciare interviste e fornire alla stampa notizie coperta da segreto istruttorio “.
Il boss Matteo Messina Denaro era andato alla clinica Maddalena per sottoporsi a una seduta di chemioterapia. Aveva già fatto il tampone e aspettava gli altri esami prima di sottoporsi alla chemio. Il boss mafioso era stato operato nel 2021 per alcune metastasi al fegato. Un percorso clinico che era cominciato quando al capomafia era stato diagnosticato un cancro al colon. Sarebbe stato operato nell’ospedale Abele Ajello di Marsala. Da allora si era sottoposto a cicli di chemio e visite fino alla scoperta del tumore al fegato. Dopo l’operazione alla Maddalena si sarebbe sottoposto a cicli di chemio una volta ogni sei mesi.
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede. Negli ospedali presentava una cartà d’identità rilasciata dal comune di Campobello di Mazara dove risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala. Il boss è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il mafioso aveva anche un codice fiscale con i dati relativi a Andrea Bonafede.
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Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è appena arrivato in Procura a Palermo per incontrare il procuratore capo Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido che hanno coordinato l’indagine dei Ros dei carabinieri che ha portato all’arresto del superlatitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.
L’arresto di Matteo Messina Denaro rappresenta un colpo durissimo a Cosa Nostra. Dopo 30 anni di latitanza finisce la storia criminale di uno dei boss mafiosi più influenti e pericolosi”. E’ quanto scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
“Grazie ai Carabinieri del Ros e agli uomini dello Stato che hanno reso possibile questa cattura”, conclude il Governatore Occhiuto.
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“Si chiude un’epoca, per quanto riguarda la mafia operativa organizzata, strutturata. Non esiste più un tessuto connettivo che lega le varie famiglie. Adesso è rimasta qualche area ‘infestata’ dalla cultura mafiosa ma non c’è più cosa nostra“. A commentare l’arresto di Matteo Messina Denaro è, all’Adnkronos, il generale Mario Mori ai vertici dei carabinieri del Ros quando venne arrestato il boss Totò Riina.
“Totò Riina da me è stato arrestato in 5 mesi, senza pensare ai superiori, ai magistrati, ai condizionamenti. Ci voleva un gruppo di venti persone che dovevano fare solo quello. E allora quando ti metti a cercare il latitante, ci vorranno cinque mesi, un anno e mezzo, ma lo prendi – sottolinea – Trent’anni è ingiustificato, è la dimostrazione che il sistema di polizia italiano è falloso. Meno stati maggiori, quindi, alti consensi direttivi, più tecnica e specializzazione“. E infine: “Sono contento perché è stato preso, perché lo ha preso il Ros, perché lo ha preso Angelosanto e quindi va tutto bene“.
Saccomanno (Lega): Arresto Matteo Messina Denaro grande risultato dello Stato.
La collaborazione tra le Istituzioni ha portato ad un risultato eclatante: l’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro dopo oltre 30 anni di latitanza! Una giornata storica per l’Italia. L’arresto è avvenuto presso la clinica Maddalena di Palermo dove il boss si trovava in day hospital per degli accertamenti sanitari. Matteo Messina Denaro risulta inserito come il boss super latitante introvabile. Era considerato tra gli irreperibilipiù pericolosi e ricercati nel mondo, che ha proseguito e rafforzato il progetto di Cosa Nostra di inserirsi nel mondo dell’imprese e nel controllo totale del territorio.
Un plauso ai ROS ed al suo comandante Pasquale Angelone, agli uomini del raggruppamento speciale assieme a quelli del GIS e dei comandi territoriali, che hanno eseguito l’operazione, ma naturalmente a tutti coloro che hanno collaborato pienamente e, quindi, ai Magistrati di Palermo, al Ministro dell’Interno, a tutti i cittadini che hanno gioito nel conoscere tale notizia.
Il Commissario Regionale Lega
Giacomo Francesco Saccomanno
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