I Finanzieri di Verona hanno sequestrato oltre 40 mila euro ad un 56 enne residente nella provincia scaligera, già condannato con sentenza irrevocabile dalla Corte d’appello di Reggio Calabria alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per il reato di tentata estorsione, continuata e in concorso.
L’uomo non avrebbe comunicato, come imposto dalla normativa antimafia, le variazioni patrimoniali che lo avevano interessato nel decennio successivo alla condanna.
Nel corso delle indagini finanziarie, le Fiamme Gialle hanno rilevato, tra l’altro, che lo stesso – dal 2015 al 2017 – abbia percepito redditi superiori al limite imposto dalla norma di riferimento e che sarebbe divenuto proprietario, anche per eredità, di diversi immobili e terreni senza adempiere alle comunicazioni prescritte.
L’attuale normativa impone infatti alle persone condannate con sentenza definitiva per reati di particolare gravità – tra cui rientrano quelli per i quali l’uomo è stato condannato nel 2007 – l’obbligo di comunicare, per dieci anni e entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nella entità e nella composizione del patrimonio, per elementi di valore non inferiore a poco più di 10 mila euro.
Entro il 31 gennaio di ciascun anno, inoltre, si devono comunicare le variazioni intervenute nell’anno precedente, anche qui quando concernono complessivamente valori sopra i 10 mila e 300 euro.
Si tratta di disposizioni che hanno lo scopo di controllare il patrimonio dei condannati per accertare e fare emergere eventuali attività economiche agli riconducibili stessi, permettendo di individuare chi con questi intrattiene rapporti economici.
La mancata osservanza di quest’obbligo prevede la reclusione da due a sei anni e una multa da 10 a 20 mila euro, oltre che la confisca dei beni o del denaro di valore equivalente.
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