Ancora una volta – ed è la terza – il gip di Venezia ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura lagunare per la vicenda di Sissy Trovato Mazza. La giovane agente di polizia penitenziaria calabrese il 1° novembre 2016 fu trovata ferita da un colpo di pistola alla testa nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia, dov’era per verificare la situazione di una detenuta che aveva partorito. Rimase in coma oltre due anni, morendo poi nel gennaio 2019. Ma sulle circostanze del suo ferimento, almeno secondo il magistrato, non c’è ancora chiarezza.

Dapprima s’ipotizzò un suicidio; successivamente, però, entrò in campo l’ipotesi di un possibile omicidio, così come sostenuto fin da subito dalla sua famiglia. La richiesta di archiviazione era già stata respinta due volte in passato. Un no ribadito ancora dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, Silvia Varotto, che ha accolto l’opposizione proposta dagli avvocati della famiglia. In particolare, il magistrato ha chiesto di indagare sulla geolocalizzazione del cellulare di Sissy, ritrovato nel suo armadietto ma che lei non abbandonava mai. E sulla dinamica balistica del colpo esploso: una precedente perizia dell’ex generale dei Ris Garofano dimostrerebbe che c’era un’altra persona.

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