Individuato il tallone di Achille dei tumori: è una proteina sosia di quella prodotta dalle cellule sane in condizioni di stress. Bloccandola, si innesca l’autodistruzione delle cellule malate, come hanno indicato i test sui topi. Individuata nel tumore della prostata, potrebbe essere comune a molte forme di cancro.
I tumori più aggressivi, che formano anche metastasi, ha aggiunto Ruggero, «devono lavorare di più rispetto ai tumori meno aggressivi, spendendo maggiori energie» e per crescere velocemente, hanno imparato a ottimizzare l’uso del carburante, senza restare a ‘secco’, grazie a questa proteina.
«Abbiamo scoperto – ha osservato – che questi tumori hanno imparato a controllare l’attività di questa proteina che ha una funzione di freno, come fosse una soglia limite, oltre la quale sanno di non potersi spingere». Per tale motivo questi tumori aggressivi «diventano dipendenti da questa soglia, che diventa cruciale per la loro crescita».
La scoperta è stata confermata sui topi modificati geneticamente in modo da avere la stessa malattia e secondo Ruggero lo stesso meccanismo è valido anche per altri tumori. Inoltre i ricercatori hanno individuato un composto che riesce a bloccare l’attività della proteina: nei topi, i tumori della prostata hanno cominciato a ridursi entro 3 settimane dal trattamento.
Bloccando la proteina «i tumori muoiono – ha spiegato Ruggero – perché lavorano troppo e non hanno più energie». Il prossimo passo sarà sperimentare il composto sull’uomo e i ricercatori sperano di cominciare i test entro un anno.
fonte: lacnews24.it