COMUNICATO STAMPA – 12 aprile 2024
“Come temevamo << afferma Gianfranco Suriano, Segretario Regionale Calabria
di UNISIN/CONFSAL >> i dati diffusi da Banca d’Italia nei giorni scorsi e relativi alle
banche e alle istituzioni finanziarie per l’anno 2023, ci hanno lasciati ancor più
allarmati. Non si arresta, infatti, il fenomeno della desertificazione bancaria che vede i
territori del Sud continuare inesorabilmente a depauperarsi degli sportelli, con rilevante
disagio per le famiglie, le imprese e gli Enti meridionali. Nell’arco temporale che va dal
1 gennaio 2015 al 1 gennaio 2023 si è passati da 4.262 a 2.939 sportelli con una
perdita di 1.323 sportelli e con un decremento rivelante degli occupati nel settore che
sono passati da 34.737 a 25.374 con una perdita di 9.363 posti di lavoro”.
“La situazione della Calabria << prosegue Suriano >> rispecchia nella sua
complessità la situazione complessiva del Sud Italia e quella nazionale. Il numero
degli sportelli per 100mila abitanti si attesta nella nostra regione nel 2023 a 17. Sono
ben 555mila le persone che risiedono in comuni privi di sportelli bancari e 28mila le
Aziende con sede in Comuni che non possono contare sui servizi bancari in loco. Più
fortunati, se così possiamo dire, sono i 317mila abitanti dei Comuni calabresi che
possono servirsi di un solo sportello e le 18mila aziende che per consulenza e attività
finanziaria possono rivolgersi ad uno sportello sul territorio in cui hanno sede. In un
anno, dunque, registriamo che ben 38mila persone e 2.100 aziende sono state private
dello sportello bancario nel proprio Comune di residenza”.
<< Nel rappresentare la situazione dei territori calabresi, il Segretario Regionale
Calabria di UNISIN/CONFSAL sottolinea >> “che i dati sono chiari: nell’arco di un
solo anno, tra il 31 dicembre 2022 e il 31 dicembre 2023, la Calabria è passata da 328
a 314 sportelli. Il calo potrebbe sembrare contenuto, ma così non è in quanto bisogna
considerare le difficoltà legate alla chiusura anche di una sola di queste agenzie,
difficoltà che riguardano soprattutto la mancanza di infrastrutture di trasporto e
comunicazione ma anche la rete informatica che rendono complesso lo spostamento
fra territori e l’utilizzo dell’internet banking. E a proposito di servizi online bisogna
evidenziare che in Calabria solo il 32% della popolazione utilizza regolarmente
l’internet banking, dato che colloca la regione all’ultimo posto in Italia di questa
particolare classifica”.
“Alla diminuzione delle filiali fa eco anche la diminuzione degli addetti che dai 2.757
del 2021, sono progressivamente scesi, anche nel 2022, per arrivare ai 2.578 del
2023. E’ chiaro che si tratta di una perdita di posti di lavoro rilevante sia nel raffronto
decennale che in quello triennale in una regione che di per sé soffre di una cronica
mancanza di lavoro.”
“Da molto tempo, ormai, continuiamo a ripetere con decisione che è necessaria
un’inversione di tendenza che necessita dell’intervento della politica per fermare
l’emorragia che colpisce i territori più deboli del nostro Paese, fra cui sicuramente va
collocata la Calabria, << afferma Suriano. >>
Continueremo a portare questa istanza in tutte le sedi e in tutti i luoghi di discussione
affinché la forte e instancabile opera di sensibilizzazione possa invertire il trend
relativo al fenomeno della desertificazione bancaria che, come noto, porta con sé forti
impatti sociali oltre che economici. Non va dimenticato, infatti, che si tratta di una
regione, la Calabria, in affanno socio-economico, dove i giovani sono costretti ad
emigrare in altre regioni italiane o all’estero per poter costruire un proprio percorso di
vita e una famiglia e dove storicamente la popolazione non può contare su efficienti
infrastrutture e mezzi di trasporto per spostarsi da una zona all’altra per poter usufruire
di uno sportello bancario.
“Sembrerà strano << conclude Suriano >> ma il fenomeno è molto meno rilevante
nelle banche di piccole dimensioni e addirittura in controtendenza in alcune banche di
credito cooperativo. Se poi guardiamo al di fuori dei confini europei, alcuni grandi
gruppi bancari stanno ampliando la loro rete territoriale, è il caso, infatti, di JP Morgan
e Bank of America. Perché allora non farlo anche da noi, almeno in quei territori in cui
vi sono difficoltà di carattere infrastrutturale o dove più forte è il rischio che in assenza
di intermediari finanziari legittimi possano subentrare soggetti che operano al di fuori
della legge ed in contiguità con il malaffare?