Da un lettore riceviamo e pubblichiamo:

Caro direttore,

ho avuto modo di leggere il resoconto di un discorso tenuto al Senato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo. Se ritenete, utilizzatelo come meglio credete. Resoconto di un discorso tenuto al Senato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo.

“Signora Presidente, gentili colleghi, vorrei rendervi partecipi di una storia che mi ha coinvolto. È una storia commovente ed impegnativa, anche solo a raccontarla.

Lo scorso 28 maggio ricevevo, sulla mia casella di posta del Senato, una lettera da parte di un notaio di Bologna che mi informava di essere stata nominata unica erede di un signore di 64 anni che, alcuni mesi prima, scriveva di suo pugno: «Lascio ogni mio bene, immobile e mobile, alla dottoressa Cattaneo, senatrice a vita, affinché li destini, come meglio crede, alla ricerca scientifica».

Con queste parole mi si è spalancata davanti la vita di un signore che non conoscevo: il dottor Franco Fiorini, un signore di Molinella, in provincia di Bologna. Dal suo avvocato nei giorni scorsi sono venuta a conoscenza del fatto che il dottor Franco Fiorini era affetto da poliomielite da quando aveva 9 anni, una malattia che gli aveva causato gravi problemi di deambulazione. Nonostante questo, grazie all’affetto e alla protezione dei genitori, era riuscito a laurearsi e ad acquisire anche una posizione dirigenziale in un’azienda della sua zona. Egli ha però condotto una vita piuttosto solitaria, appunto per sua scelta, come conseguenza di questa malattia.

Colpisce pensare che Franco probabilmente sia stato tra gli ultimi cittadini italiani a ammalarsi di poliomielite, e colpisce pensare che sia stata solo una manciata di anni a fare la differenza tra un vaccino che, somministrato, avrebbe azzerato il rischio di malattia e un virus che lo ha colpito, portandolo a questa vita solitaria, parsimoniosa, ma sempre piena di dignità e autonoma.

La sua casa è piena di libri, oltre 5000. Tanti libri di filosofia, tanti libri di scienza. Era una persona che, comunque, ha mantenuto la sua attenzione e il suo interesse sul mondo. Colpisce davvero che un uomo affetto da poliomielite abbia deciso di pensare agli altri, alle altre malattie.

Egli non ha rivendicato una rivincita sulla sua malattia, ma ha lasciato questa eredità appunto per coloro che soffrono di altre malattie e per la ricerca in Italia. Colpisce anche che, nel fare questo gesto, non abbia neanche sentito la necessità di essere ringraziato o di accertarsi che il suo lascito finisse in buone mani.

Colleghi, questa è una storia inusuale, di un cittadino italiano, di un piccolo paese d’Italia. È una storia che però si incrocia con quella delle nostre grandi istituzioni, del Parlamento, ricordandoci, forse con una certa poesia, che esse sono un importante riferimento per i cittadini e ricordando anche a noi quanto dobbiamo rendere conto ai cittadini, alle persone come Franco. Personalmente è quello che farò, quindi sto lavorando nel pieno rispetto della sua volontà per investire questo patrimonio anche di ideali e di attenzione nella ricerca pubblica italiana. Questo è un impegno cui intendo dedicarmi insieme a quanti tra voi ritengono che la scienza debba procedere libera da condizionamenti ed efficace nel raggiungere gli obiettivi di conoscenza e salute cui quotidianamente lavoriamo.

La mia gratitudine quindi va a Franco, anche a nome di quei giovani ricercatori italiani che, ancora non lo sanno, ma beneficeranno della sua attenzione verso la conoscenza e dell’intensità e dell’oculatezza della sua vita. (Applausi).

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