Quando il Social e la Storia si incontrano nasce “il mulino social di San Floro” di Torre del Duca, in Calabria. Di cosa stiamo parlando? Di una raccolta fondi organizzata su facebook per far tornare a vivere il suddetto mulino con macine di pietra, ruscello e ruota a trazione idraulica ed elettrica. A lanciare l’appello Stefano Caccavari, un personaggio noto ai più, nel suo territorio, per aver avviato un anno fa un’iniziativa agricola innovativa, che ha di fatto fermato la realizzazione in zona della più grande discarica d’Europa.

Un vero combattente insomma! Quando le idee e la volontà possono davvero fare la differenza. Lo studente di Economia a Reggio Calabria, ha dato il via al progetto Mulinum, senza accendere alcun mutuo arancio o similari (dettagli su www.spaziomutui.com/mutuo-arancio-fisso.htm). Stava per chiudere un affare con l’ultimo mugnaio della Calabria, a San Severino, in provincia di Crotone. Il mugnaio era in trattativa con imprenditori  toscani. L’accordo è saltato e, anche in questo caso, egli ha pensato bene di coinvolgere il web nell’acquisto di due vecchie macine “La Ferté”” e trasformare un casolare di famiglia in un mulino con forno. Intorno un’enorme distesa di spighe Senatore Cappelli.

Il primo post è stato pubblicato su Facebook il giorno di S. Valentino, alle 9,17, e partiva così: ”(Urgente) Salviamo l’ultimo mulino a pietra della Calabria”, a seguire un lungo appello. A san Severino si vende un mulino, l’ultimo certificato e a norma in cui portare il grano, e allora la soluzione, per Stefano, non può che essere radicale: comprare il mulino e adeguarlo con 30mila euro. Parte il crowfounding per il quale il numero delle piattaforme, insieme al social lending cresce di giorno in giorno (approfondimenti su http://www.zonaprestiti.com/borsa-del-credito.htm). Risponde Marco da New York, Salvatore da Maiami, Antonio da Pechino. L’affare sfuma ma la raccolta non si ferma e rilancia: riabilitare delle vecchie macine e ristrutturare il casolare abbandonato nell’antica valle dei mulini di San Floro.

Inserirci dentro anche il  forno per preparare “u brunieiettu”, il pane tipico del posto e  il “iermanu”, fatto con la segale, come 60 anni fa. Ovviamente sono necessari più soldi: 200mila euro quelli stimati. Aderiscono da Berlino, da Londra,  dalla Calabria, da tutta Italia. In pochi giorni vengono raccolti 110 mila euro. Partecipano anche ristoratori noti al grande pubblico, uno tutti il noto Bonci che aspetta nel suo Pizzarium, a Roma, la farina del Mulino di San Floro. La raccolta continua.

mulino social di San Floro