Uno dei volti più affascinanti della Calabria è quello antico, indissolubilmente legato all’epoca in cui l’intero territorio fu culla della Magna Grecia e non solo.
Terra di insediamenti preistorici tra i più importanti d’Europa, di popoli autoctoni bretti ed enotri, conquistata e abitata da romani, bizantini, goti, arabi, turchi e normanni, la Calabria vanta la presenza di 6 parchi archeologici nazionali, con annessi i relativi musei, e diverse aree archeologiche “minori”.
Ecco la lista dei Parchi Archeologici in Calabria:
- Parco Archeologico della Sibaritide
- Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna
- Parco Archeologico Nazionale di Scolacium
- Parco Archeologico dell’Antica Kaulon
- Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri
- Parco Archeologico Nazionale dei Tauriani
Parchi archeologici in Calabria
Si scrive Calabria, si legge Magna Grecia. Binomio inscindibile per conoscere il volto più antico della regione e ammirarne le opere, archeologia e storia passano per la visita ai principali parchi archeologici calabresi.
Si parte dalla provincia di Cosenza e dal Parco Archeologico della Sibaritide, nel Comune di Cassano all’Ionio (nella frazione di Sibari), che col suo museo offre un quadro completo della storia e della vita quotidiana dell’antica città greca di Sybaris e delle successive colonie (Thurii e Copiae).
Prima colonia fondata dagli achei sulla costa ionica calabrese (730-20 a. C.), Sybaris fu preceduta da insediamenti protostorici per poi diventare una delle più importanti poleis magnogreche. Le aree di scavo indagate son quelle dei cantieri di Parco del Cavallo, dove si trovano anche i resti di età romana della città di Copiae (con due grandi plateiai e un teatro); Casa Bianca, con una zona edificata del IV secolo a.C. e una torre circolare; Stombi, a insediamento misto con alcune fondazioni di età arcaica.
I reperti rinvenuti nelle aree di scavo si possono ammirare nel relativo museo archeologico interno.
Scendendo lungo la costa ionica, all’altezza del cosiddetto Promontorio Lacinio, nel territorio comunale di Crotone, sorge il Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna, che trae nome dall’unica colonna dorica superstite dell’antico Tempio di Hera Lacinia, tra le immagini iconiche della Calabria.
Meta di pellegrinaggio extraurbano per il territorio di Kroton, l’attuale area di scavo si estende per una superficie di 30 ettari di terreno (circoscritta entro le mura di età romana) e 20 di bosco e macchia mediterranea. A questo luogo sono legate le figure di Pitagora (al tempo della Lega Italiota) e Annibale (che da qui ripartì per fare ritorno a Cartagine).
I preziosi oggetti votivi del Tesoro di Hera sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Crotone.
Un’altra tappa lungo la costa ionica ci porta al Parco Archeologico Nazionale di Scolacium, nel Comune di Borgia in provincia di Catanzaro.
Città dedicata alla dea Atena prima e Minerva poi, la greca Skylletion divenuta la romana Scolacium, sorge tra gli ulivi secolari del Golfo di Squillace. La città greca, citata da Strabone, lega il proprio mito di fondazione alle vicende della guerra di Troia e a Ulisse, naufragato in questi lidi.
La Scolacium romana ebbe vita prospera nei secoli seguenti e anche in età bizantina e normanna, come dimostrano i resti della splendida Abbazia di Scolacium e le testimonianze di un figlio illustre della città, il Santo Senatore Cassiodoro.
I reperti e le opere d’arte provenienti dagli scavi nel parco sono visibili presso il relativo museo archeologico interno.
Proseguendo lungo la Riviera dei Gelsomini, stavolta in provincia di Reggio Calabria, incontriamo i resti di altre due poleis importanti: il Parco Archeologico dell’Antica Kaulon, nel Comune di Monasterace (in marina) e il Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, nel Comune di Locri, tra le massime potenze magnogreche, entrambi dotati di museo archeologico nelle immediate vicinanze.
Il primo sito, identificato con la conia di Kaulon dall’archeologo Paolo Orsi (1890), include i resti della città e del maestoso tempio dorico (parte del quale inabissato e visibile con una breve immersione) e ha restituito in tempi recenti alcuni tra i mosaici pavimentali più importanti dell’epoca e della zona, come il celebre Mosaico del Drago e dei Delfini, rinvenuto dall’archeologo calabrese Francesco Cuteri.
L’antica città di Locri Epizefiri si estendeva invece entro una cinta muraria di 7 Km, all’interno della quale si sviluppano le necropoli, le aree sacre e i santuari monumentali, come il Santuario di Persefone, definito da Diodoro Siculo “il più famoso tra i santuari dell’Italia meridionale”.
Quattro gli itinerari di visita all’interno del parco: il primo attraversa i settori orientale e settentrionale, con tratti della cinta muraria, due torri difensive, una delle porte di accesso alla città, il Santuario del Tesmophorion e l’Area Sacra di Marasà; il secondo percorso conduce il visitatore nel settore sud, dove insiste l’area sacra dedicata a Zeus saettante, la Porta Portuense con una possente struttura muraria, la Casa dei Leoni con il sacello dedicato ad Afrodite e la Porta di Afrodite, il quartiere abitativo-artigianale di località Centocamere e la cosiddetta Stoà ad U; il terzo percorso include i resti del foro e di un edificio termale; il quarto conduce al Complesso Museale Casino Macrì, una masseria ottocentesca e due case coloniche costruite sui resti di un complesso termale romano privato.
Infine, il Parco Archeologico Nazionale dei Tauriani “Antonio De Salvo” a Palmi, lungo la Costa Viola sul Tirreno reggino, ci introduce all’antica città italica di Tauriana, che in epoca bizantina si identifica col suo figlio più illustre, San Fantino, di cui oggi si ammira la cripta.
All’interno del parco, dove si colloca anche il relativo museo archeologico, ricadono i resti di un villaggio protostorico di 4000 anni fa, gli impianti urbani della città di Tauriana (prima brettia e poi romana) con le architetture pubbliche, sacre e private (come la Casa del Mosaico) e il santuario urbano conosciuto come la “Casa di donna Canfora”. Fa parte del parco anche la più recente Torre Saracena.
Altri siti e musei da non perdere
Altri reperti calabresi di massimo rilievo, tra i più importanti del Mediterraneo, come i celebri Bronzi di Riace, sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che è tappa imperdibile di ogni tour archeologico che si rispetti.
Da non perdere anche gli altri musei archeologici provinciali e quelli posti nelle aree di scavo e nei pressi dei siti cosiddetti “minori”, che pure meritano una visita da parte degli appassionati grandi e piccini.
Tra questi l’Area Archeologica di Casignana (RC), con un’importante villa romana a pavimenti musivi; l’Area Archeologica di Castiglione di Paludi (CS), testimonianza di architettura militare magnogreca; l’Area Archeologica di Francavilla Marittima (CS), uno dei più importanti insediamenti enotri; l’Area Archeologica “Archeoderi” (RC) con l’antica sinagoga ebraica.
Tra i siti preistorici imperdibili: la Grotta del Romito e la Grotta della Monaca, entrambi in provincia di Cosenza.
fonte: https://calabriastraordinaria.it/news/tour-tra-i-parchi-archeologici-calabria