R. e P.

Un francobollo per i 50 anni del quotidiano “Avvenire”

Poste Italiane comunica che oggi 11 ottobre 2018 viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato al quotidiano “Avvenire”, nel cinquantenario della fondazione, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€.

Tiratura: un milione e quattrocentomila esemplari.

Fogli da 45 esemplari.

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

Bozzetto a cura di Giuliano Traini.

La vignetta raffigura la prima pagina del quotidiano “Avvenire” del 4 dicembre 1968, anno di fondazione, affiancata ad una prima pagina degli ultimi anni, in un ideale racconto dei suoi cinquant’anni di storia. A sinistra lo scorcio di un paese con un campanile rappresenta il riferimento culturale del quotidiano. In alto è riprodotto il logo del cinquantesimo anniversario.

Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e la dicitura della tariffa B.

L’annullo primo giorno di emissione è disponibile presso lo Spazio Filatelia di Roma in Piazza San Silvestro 20 e presso lo Spazio Filatelia di Milano in via Cordusio 4.

Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettino illustrativo, possono essere acquistati presso gli Uffici Postali con sportello filatelico di Reggio Calabria, Locri e Palmi e sul sito poste.it.

Per l’occasione è stato realizzato anche un folder in formato A4 a tre ante contenente il francobollo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione al costo di 15€.

La storia del giornale

Fondato nel 1968 su iniziativa di Paolo VI, il quotidiano Avvenire raccoglie l’eredità di due storiche testate cattoliche, L’Italia di Milano e L’Avvenire d’Italia di Bologna. Il nuovo giornale nasce nello spirito del Vaticano II, come dimostra anche la data scelta per la pubblicazione del numero inaugurale: il 4 dicembre del 1968 cade infatti l’anniversario della promulgazione di uno dei primi documenti conciliari, il decreto Inter Mirifica, che già nel 1963 si focalizzava sul ruolo dei mezzi di comunicazione nel mondo contemporaneo. Le responsabilità del laicato, i rapporti tra Chiesa e società civile, la necessità di una visione ampia e pienamente internazionale della politica sono alcune delle caratteristiche che fin dalle origini contribuiscono a rendere inconfondibile il profilo di Avvenire e che assumono ulteriore attualità nella prospettiva del «cambiamento d’epoca» indicato da papa Francesco.

In mezzo secolo di storia l’impegno del quotidiano cattolico si è declinato in modalità e in forme

differenti, senza che mai sia venuta meno la coerenza di fondo alla missione di «fare del bene» – e non «fare clientela» – assegnata da papa Montini ai giornalisti di Avvenire.

L’attuale configurazione del giornale (nella cui offerta riveste un ruolo sempre più rilevante la dimensione digitale, declinata attraverso il sito, le applicazioni mobili e la presenza nei social network) si segnala per le numerose campagne sull’immigrazione, sul degrado ambientale, sul gioco d’azzardo e sulle più urgenti questioni bioetiche. Ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella prefazione al volume Voci del verbo Avvenire, edito da Vita e Pensiero in occasione del cinquantenario: «In una società ampiamente plasmata dalla comunicazione, questa svolge un ruolo sempre più trasversale e integrato con le attività pastorali, educative e di evangelizzazione proprie della Chiesa. Se la Chiesa non comunicasse, anche attraverso specifici strumenti, verrebbe meno alla sua missione». Da parte sua, raccogliendo il testimone dei suoi predecessori (Leonardo Valente, Angelo Narducci, Angelo Paoluzi, Pier Giorgio Liverani, Gian Guido Folloni, Lino Rizzi e Dino Boffo), così si esprime l’attuale direttore Marco Tarquinio nell’introduzione allo stesso libro : «L’impegno dichiarato è confermare ai nostri lettori che un’informazione ben fatta, accurata e libera nei confronti del “pensiero dominante” aiuta a vedere il bene e il male, il brutto e il bello, il giusto e l’ingiusto, il falso e il vero. Senza minimizzare, senza esagerare, senza esacerbare, senza rassegnarci. Tenendo salda e cara l’opzione preferenziale che dà anima cristiana a ogni umanesimo: siamo stati, stiamo e staremo sempre accanto agli ultimi, ai piccoli, ai deboli, agli “imperfetti”, ai poveri… Sappiamo e non dimentichiamo, infatti, che tutto può cambiare se riusciamo a vedere e a far vedere le cose nella loro realtà e verità, dando a ciascuna autentica proporzione o sproporzione».

Alessandro Zaccuri

Scrittore e giornalista