Aristide Bava
SIDERNO – Il consuntivo delle recenti festività è stato decisamente negativo per la città e sono in molti i cittadini che rimpiangono la Siderno di un tempo. Molti anni addietro un vigile urbano di Siderno, molto attento ai problemi sociali e fortemente attaccato alla sua città che aveva anche una grande passione per la musica componeva ( e cantava in ogni occasione) una canzone dal titolo “Siderno mia”. Lui, che ancora viene ricordato da tantissima gente per la sua versatilità e per quel suo grande attaccamento a Siderno, si chiamava Antonio Panetta e quella canzone era un vero e proprio inno alla città tanto che, spesso, nelle tante occasioni che si accompagnavano alle tante manifestazioni che facevano da cornice alla vita della città quella canzone faceva da lei motiv alla serata e serviva a far trasparire l’orgoglio dei cittadini di “essere sidernese”. Era il tempo in cui Siderno era indiscutibilmente città trainante della fascia ionica reggina e punto di riferimento, anche, del territorio calabrese per le sue “novità” in ogni campo sociale e per essere, all’avanguardia anche dal punto di vista politico e amministrativo. Era il tempo in cui nasceva il primo lungomare della provincia, in cui veniva realizzato uno stadio comunale con pista di atletica leggera ad otto corsie, in cui c’era un ospedale considerato una vera oasi di buona sanità, in cui esisteva un’azienda di laterizi che dava lavoro a piu’ di trecento famiglie ad altre strutture commerciali d’avanguardia. Era anche il tempo in cui l’orgoglio dei cittadini, una grande collaborazione con l’amministrazione comunale e l’acume imprenditoriale , consentiva di ospitare artisti di grande successo da Mina a Nino Taranto, da Bramieri a Little Tony, da Iva Zanicchi a Rita Pavone, da Claudio Villa ad Alighiero Noschese, tanto per citare i nomi piu’ importanti di quei tempi . Era anche il tempo che il sidernese Francesco Panetta vinceva il campionato del mondo, che il Siderno conquistava a Roma il titolo di campione nazionale Junores, che la città organizzava, per la prima volta una “sagra” , nella fattispecie del pesce che richiamava sul lungomare, presso il rione Sbarre, migliaia di persone che arrivavano da tutta la Calabria. Era veramente la “Siderno mia” che tutti volevano e di cui tutti si sentivano orgogliosi capace di offrire , nei periodi speciali come quello natalizio un susseguirsi di manifestazioni di primo livello indirizzate a tutti che conquistavano e che coinvolgevano . Sono in molti oggi a rimpiangere quei tempi e soprattutto quella città . E l’amarcord diventa piu’… amaro in particolare oggi, a conclusione delle festività natalizie . Un tempo – il ricordo del cronista è ancora vivo – era un susseguirsi di feste e manifestazioni di ogni tipo che si concludevano il giorno della befana con una importante manifestazione pubblica dove gli stessi cittadini erano protagonisti e facevano a gara per portare i loro doni che poi venivano smistai in azioni di volontariato o verso specifici settori della vita pubblica. Oggi di quella Siderno, ci spiace dirlo, è rimasto molto poco e, se non fosse per qualche sporadica iniziativa privata sarebbe ammantata dal buio piu’ assoluto, a fare quasi rima con la scarsa illuminazione delle sue strade. E, così mentre la vicina Locri primeggia per presenze con il suo capodanno in piazza, a Roccella vengono organizzati concerti e manifestazioni di vario genere, nei centri interni si intensificano le rappresentazioni tradizionali natalizie, finanche a Casignana arriva Mimmo Cavallaro ad entusiasmare la comunità quella che un tempo era la città piu’ importante della provincia reggina continua a stare a guardare e si deve accontentare di rimanere nelle retrovie di una immaginaria classifica che ogni cittadino, in cuor suo, si porta appresso. Legittimo dunque ricordare , con tanto rammarico la ” Siderno mia” che cantava il compianto Nino Panetta e sperare che siano i sidernesi, i “cittadini” sidernesi , com’è sempre stato, ad avere uno scatto d’orgoglio e creare le premesse per far riemergere dalle secche attuali quella bella meravigliosa Siderno.

nella foto La Mina dei tempi d’oro a Siderno con il compianto fotografo di Gazzetta del Sud Arnaldo Vincitorio