Novanta persone indagate, tra cui mediciavvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali, ed undici delle quali raggiunte da misure cautelari personali, per le ipotesi di reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi tra Locri e altri comuni del reggino nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2022.

Questo l’esito di una indagine della Procura locale, diretta da Giuseppe Casciaro, e che ha portato stamani all’esecuzione, da parte della Guardia di Finanza della città dello Stretto, all’arresto di due professionisti, un dirigente medico in servizio presso l’ospedale di Locri, che è finito in carcere, e un primario posto invece ai domiciliari; notificati un obbligo di firma ciascuno, poi, ad altre tre persone, tra cui due avvocati, e l’interdizione dall’esercizio della professione, per un anno, a cinque medici e un avvocato.

Sono, inoltre, in corso numerose perquisizioni personali e locali, anche presso l’ospedale di Locri.

Alle misure di oggi si giunge dopo delle complesse indagini che secondo gli inquirenti avrebbero fatto luce su un presunto “sistema illecito” con cui sui sarebbero rilasciati dei certificati medici falsi finalizzati, tra l’altro, a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, così come ad accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti; inabilità temporanee al servizio o trasferimenti indebiti per motivi di studio e lavoro.

In particolare, da quanto emerso dalle indagini dei Finanzieri di Locri, il rilascio da parte di alcuni indagati di certificazioni sanitarie attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà sarebbe avvenuto dietro ipotetiche pattuizioni di somme di denaro o di altre utilità.

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