La Uil Calabria e il Coordinamento per le Pari Opportunità hanno avviato una campagna di sensibilizzazione contro l’autonomia differenziata, che vede protagoniste le donne calabresi. L’iniziativa è stata lanciata durante un evento ispirato al film C’è ancora domani. Maria Elena Senese, segretaria generale della Uil Calabria, ha sottolineato come la partecipazione femminile possa ancora contribuire a cambiare la storia politica del Paese: “L’autonomia delle donne sì, ma non differenziata. Questa legge rischia di farci fare un passo indietro rispetto ai diritti conquistati con fatica, soprattutto in una regione come la Calabria, dove la disoccupazione femminile è ancora altissima.”
Senese ha insistito sull’importanza del welfare per permettere alle donne di accedere al mondo del lavoro. “Non è che le donne non trovano lavoro, ma spesso non possono impegnarsi in attività lavorative a causa della mancanza di un sistema di welfare adeguato,” ha detto. Secondo il segretario nazionale della Uil, Santo Biondo, l’autonomia differenziata ridurrebbe i diritti sociali, con pesanti ricadute su istruzione, sanità e servizi all’infanzia, colpendo soprattutto le donne.
Durante l’evento, Anna Comi, responsabile del Coordinamento Pari Opportunità, ha ricordato il ruolo fondamentale delle donne nella stesura della Costituzione italiana e ha evidenziato come l’autonomia differenziata metta in discussione il principio di uguaglianza. Comi ha lanciato un appello alla partecipazione pubblica, per difendere i diritti conquistati e salvaguardare l’unità del Paese.
L’incontro, che si è svolto a Roccella Ionica, è stato solo il primo di una serie di eventi che si terranno in tutta la Calabria, con l’invito esteso a sindache e associazioni femminili di partecipare attivamente. Tra i partecipanti, anche il sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni, che ha sottolineato l’importanza della lotta contro l’autonomia differenziata per il futuro delle donne e delle famiglie calabresi.
Fragomeni ha spiegato che l’autonomia differenziata potrebbe peggiorare la situazione per molte donne, costringendole a scegliere tra carriera e famiglia a causa della mancanza di servizi essenziali. “Questa non è solo una battaglia politica, ma una battaglia di civiltà per difendere l’unità nazionale e la nostra Costituzione,” ha dichiarato.
Il movimento ha già raccolto oltre 500.000 firme online contro la legge, a cui si aggiungono altre firme raccolte su carta. La risposta della popolazione è stata positiva, segno che la questione è sentita in tutta Italia, non solo nel Sud. La lotta contro l’autonomia differenziata continua, con la speranza che l’unità e la solidarietà prevalgano in un momento in cui l’Italia dovrebbe affrontare insieme le sfide globali, anziché dividersi.
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