“U PANI I SANT’ANTONI”

Un rito che si ripete ogni anno il 13 giugno: i piccoli pani vengono preparati sia in alcuni panifici (spesso su ordinazione) che nelle private abitazioni, per poi essere portati in chiesa per la benedizione ed essere regalati agli amici, parenti e vengono anche distribuiti ai fedeli e consumati per devozione.

Il pane è uno dei simboli che caratterizzano l’identikit iconografico e iconologico di Sant’Antonio. Tra i miracoli attribuiti al Santo e narrati nel processo della canonizzazione, c’è il racconto di una donna che aveva lasciato incautamente il figlioletto di 20 mesi a giocare in cucina e lo trova annegato in un mastello d’acqua. Disperata, la mamma promette che se il figlio fosse tornato in vita per intercessione di sant’Antonio, avrebbe donato tanta farina per fare il pane per i poveri quanto era il peso del bambino. E così fu. Il racconto del prodigio – narrato in una biografia del Santo, redatta nel 1293 – dà evidenza del “doppio binario” della santità di Antonio che è, da una parte, il santo “del libro” – il santo dei Sermoni, il predicatore, il primo teologo dell’ordine francescano a cui Francesco connette l’impegno di insegnare teologia ai frati – e, dall’altra parte, è il taumaturgo, il santo della confidenza, capace di ascoltare il grido dei poveri e di suscitare la venerazione popolare.

Il miracolo riveste una particolare importanza nella storia della devozione antoniana poiché ad esso si fa risalire la tradizione di donare il Pane dei poveri, cosiddetto “pondus pueri” (il peso del bambino) con il quale, i genitori in cambio di protezione per i propri figli promettevano al Santo tanto pane quanto era il loro peso.

Sant’Antonio è il santo dei poveri e il pane – archetipo antico di condivisione – è simbolo di questa carità.

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