“Anche in Calabria una piaga, ormai oggi non più sostenibile, è il dilagante fenomeno dell’abusivismo che aggredisce da sempre il Settore del Turismo. Credevamo che questa pandemia avesse in qualche modo bloccato il vergognoso fenomeno, ma a quanto pare l’illegalità non conosce ostacoli”.
Esordisce così, in una nota, Giovanni Giordano, Imprenditore Turistico, Presidente Confapi Turismo Calabria e Delegato Regionale MAAVI (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane).
Certo è che il settore turistico – messo già in ginocchio dalla pandemia e adesso dalla guerra in Ucraina – non può accettare che ci siano fenomeni di abusivismo nell’esercizio dell’attività turistica e soprattutto che tale fenomeno non sia a sufficienza e con ogni mezzo combattuto dalle istituzioni preposte. Oggi giorno assistiamo ad un proliferare di sedicenti organizzatori che pianificano e organizzano viaggi con conseguenze dannose per l’Erario, oltre che per i viaggiatori stessi che sono privati delle adeguate tutele. È da considerarsi abusivo qualsiasi soggetto o impresa che viola la normativa prevista dalle leggi sul turismo e in particolare dalle norme che regolano la vendita di viaggi, soggiorni e pacchetti turistici. A tale scopo l’Agenzia delle Entrate ha ribadito che per svolgere l’attività di organizzatore di viaggi è obbligatoria la Licenza di Agenzia di Viaggio e Turismo. Quindi, chi organizza e vende pacchetti turistici (che possano essere viaggi, vacanze, circuiti tutto compreso e connessi servizi, convegni e simili, manifestazioni incluse), dietro pagamento di un corrispettivo unitario e lo fa senza una licenza è un abusivo. Pratica difatti un’attività illegale.
Questo vale anche per associazioni, parrocchie, enti pubblici o privati che operano nell’ambito dei servizi sopracitati.
Tutto ciò – dunque – crea un grave danno al Settore del Turismo, alle Imprese, alle casse pubbliche ed in particolare ai fruitori dei servizi turistici che, più o meno ignari, si avvalgono di soggetti privi dei requisiti professionali e personali.
Rivolgiamo con determinazione un invito alle Istituzioni Pubbliche, preposte al rispetto della legalità, ad intervenire e sanzionare duramente questo diffuso fenomeno. Basterebbe raccogliere le centinaia di locandine affisse negli esercizi pubblici o circolanti sul Web, con tanto di nomi e numeri di telefono, o controllare i bus in partenza verificando la regolarità dei documenti di viaggio.
Dunque – conclude Giordano, con fermezza – vogliamo dire basta all’abusivismo e attendiamo non parole di rito, ma fatti, contro questo fenomeno. Poiché, l’omissione di un atto dovuto significa diventare involontariamente complici degli abusivi”.