L’inversione di tendenza è segnalata dall’Associazione italiana di oncologia medica Aiom nel rapporto “I numeri del cancro 2019”. Diminuisce anche la mortalità, “grazie ai programmi di prevenzione e al miglioramento delle terapie”, afferma la presidente Stefania Gori.
Calano dunque i nuovi casi di tumore in Italia: sono 371mila quelli stimati nel 2019, con duemila diagnosi in meno rispetto al 2018, anno in cui si erano invece registrate 4mila nuove diagnosi in più sul 2017.
Meno nuove diagnosi di tumori al Sud rispetto al Nord Italia, con l’incidenza più alta che si registra in Friuli Venezia Giulia (716 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Calabria (559 casi per 100.000 abitanti).
“L’incidenza dei tumori maligni conserva differenze geografiche significative: decresce dall’Italia del Nord a quella meridionale-insulare – spiega Massimo Rugge, presidente dell’Associazione Italiana Registri Tumori Airtum -. Nel maschio, il tasso di incidenza per tutte le neoplasie è più basso al Centro (meno 4% rispetto al Nord) e ancor più basso al Sud (meno 14%); lo stesso andamento si conferma nel genere femminile (meno 5% nell’Italia centrale e meno 17% nell’Italia del Sud-insulare, rispetto al Nord)”.
Secondo l’esperto, “è verosimile attribuire tale situazione a fattori che agiscono in senso ‘protettivo’ come abitudini alimentari, vita riproduttiva, minore esposizione a fattori di rischio ambientale. Al Sud, tuttavia, la minore adesione agli screening oncologici non ha fatto rilevare quei benefici effetti della diagnosi precoce che si registrano al Nord”. Nel genere femminile, inoltre, la sopravvivenza per tutti i tumori è più alta di quella degli uomini: questo vantaggio di genere può essere associato alla diversa diffusione di screening specifici (mammella e utero) e alla maggior propensione delle donne ad aderire ai programmi di prevenzione e screening.
La sopravvivenza a 5 anni più alta si registra, per gli uomini, in Valle D’Aosta (61%), Emilia-Romagna e Toscana (56%) e, per le donne, in Emilia-Romagna e Toscana (65%). Quanto agli over-65 che hanno ricevuto una diagnosi di tumore, rileva Maria Masocco, responsabile dei sistemi di sorveglianza Passi, “i risultati sono preoccupanti. Gli anziani con diagnosi di tumore mantengono infatti abitudini, quali fumo, abuso di alcol e sedentarietà, che rappresentano fattori di rischio per recidive o aggravanti della malattia”.
Sono un milione ad oggi i pazienti guariti. Tre milioni e mezzo vivono invece dopo la scoperta della malattia. Il tumore al seno è il più frequente. La diminuzione dei nuovi casi di tumore, che segna secondo gli oncologi una “importante inversione di tendenza”, indica che le campagne di sensibilizzazione per la prevenzione primaria (mirata a diffondere corretti stili di vita per prevenire appunto l’insorgenza delle neoplasie) stanno iniziando a dare effetti positivi.
Le 5 neoplasie più frequenti sono quelle del seno (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700). In calo le neoplasie del colon retto, stomaco, fegato e prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone, che continuano invece ad aumentare fra le donne (+2,2% annuo) per la preoccupante diffusione della abitudine al fumo di sigaretta.
Ad oggi, quasi 3,5 milioni di italiani vivono dopo la diagnosi di cancro, cifra in costante crescita grazie ad armi sempre più efficaci e alla maggiore adesione ai programmi di screening. In aumento anche la sopravvivenza: il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.
Almeno un paziente su 4, pari a quasi un milione di persone, è invece tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. L’incidenza delle neoplasie “è in riduzione in entrambi i generi – afferma Gori -. Il tumore del seno si conferma il più frequente, in crescita soprattutto nel Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74). Quest’ultimo però non costituisce un fenomeno negativo, perché vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato”.
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