Sono infatti accusati, a vario titolo, di truffa ai danno dello Stato, ricettazione e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento i soggetti interessati dall’operazione.
Reati tra i quali figura anche la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, in quanto tra i coinvolti figurerebbe anche un dipendente del Ministero della Cultura, oggi in pensione.
Le indagini sono nate proprio a seguito di un controllo svolto su alcune documentazioni prodotte dal pensionando, e riguardanti l’approvvigionamento dei buoni pasto tra il 2021 ed il 2022.
Secondo quando ipotizzato, il funzionario avrebbe indebitamente caricato delle somme di denaro su 18 schede elettroniche ad altrettanti dipendenti – in questo caso, totalmente ignari della cosa – che non avevano diritto al beneficio o addirittura già in pensione.
Queste schede poi sarebbero state reimpiegate da altri soggetti, tutti vicini al funzionario in questione ed in certi casi persino legati da parentela, che avrebbero sfruttato quelle somme accreditate indebitamente per fare la spesa in diversi supermercati nella provincia di Cosenza.
Da qui la richiesta di sequestro preventito per una somma di denaro pari, precisamente, a 63 mila e 588 euro.
cn24tv.it