In particolare, gli sviluppi investigativi condotti dai militari del I Gruppo Napoli hanno portato alla luce un’articolata rete di distribuzione illegale di carburante che veniva prima portato via dai canali ufficiali di approvvigionamento – nelle fasi di carico del prodotto all’interno delle autobotti adibite al trasporto – e poi rivenduto a distributori stradali – nelle province di Napoli, Benevento, Caserta, Avellino e Latina – e soggetti privati compiacenti, a prezzi inevitabilmente inferiori a quelli offerti dal circuito legale e pertanto creando effetti altamente distorsivi della concorrenza tra gli operatori del comparto. Molteplici sono state le modalità illecite di rifornimento ricostruite dalle fiamme gialle: dall’utilizzo di erogatori “starati”, in grado di fornire più carburante rispetto a quello conteggiato, a vere e proprie modifiche strutturali apportate ai mezzi di trasporto. Quantificata un’evasione di accisa per 766.759 euro a fronte di carburante rubato per 1.241.916 euro.
Lr