Un altro duro colpo è stato inferto al narcotraffico internazionale dalle fiamme gialle italiane che stamani hanno arrestato e potato in carcere, tra l’Italia e la Colombia, quattordici persone, che si aggiungono ad altre sette già arrestate in flagranza e ad un sequestro di oltre 7 quintali di cocaina.
Ad un anno di distanza dal sequestro di 4,3 tonnellate di coca e dall’arresto di 38 soggetti, tra cui esponenti del noto “Clan del Golfo” colombiano, a finire nel mirino degli inquirenti questa volta è stato l’Ejercito de Liberation National.
L’Eln è difatti un gruppo paramilitare rivoluzionario del paese sudamericano, i cui interessi criminali nel mercato della droga toccano gli Stati Uniti e arrivano fino a casa nostra, in Europa.
Grazie alla consolidata collaborazione con la Fiscalia 41, l’Autorità Giudiziaria colombiana, e la Polizia locale, ma anche insieme all’agenzia Hsi, l’Homeland Security Investigations statunitense, e con la Guardia Civil spagnola, oltre ai presunti emissari del cartello sono stati individuati diversi gruppi criminali acquirenti, di origine francese, marocchina e collegati a importanti realtà di ‘ndrangheta e camorra, operanti in Lombardia, Campania e Calabria.
Fondamentale per il buon esito dell’operazione è stato l’utilizzo degli agenti “undercover” (sotto copertura) che si sono insinuati nei gangli dello stoccaggio e nella distribuzione all’ingrosso dello stupefacente, così da ricostruire i legami dei produttori sudamericani con gli acquirenti in Italia ed i collegamenti tra questi e diverse figure di mediatori.
Quindici le “consegne controllate” effettuate nei primi mesi di quest’anno dai finanzieri, in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, grazie alle quali, oltre ad identificare broker e grossisti – oggi raggiunti dalla misura cautelare – sono stati tratti in arresto anche trasportatori e fiancheggiatori di quello che viene definito come “un collaudato sistema di smistamento sul territorio”.
Oltre alla droga, il cui valore di acquisto per le organizzazioni si aggira sui 15 milioni e mezzo di euro e che sul mercato finale ne avrebbe fruttati dai 70 agli 80 di milioni, sono stati sottoposti a sequestro anche 700mila euro in contanti e otto automezzi, tra cui un autoarticolato: risorse e mancati introiti sottratti alle ricchezze illecite accumulate dal complesso sistema di affari del narcotraffico mondiale, senza contare le ricadute in termini di “costo sociale”.
L’operazione è stata condotta dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Trieste, con la guida ed il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo giuliano, guidata da Federico Frezza.
cn24tv.it