Torquato Tasso dalle Rime:” Qual rugiada o qual pianto ” analisi curata dal Professore Vincenzo Bruzzaniti
Qual rugiada o qual pianto
quai lagrime eran quelle
Che sparger dal notturno manto
e dal candido volto de le stelle?
E perchè
semino’ la bianca luna
di cristalline stelle un puro nembo
a l’erba fresca in grembo?
Perchè ne l’aria bruna
s’udian , quasi dolendo intorno intorno
gir l’aure insino al giorno ?
Fur segni forse de la tua partita,
vita de la mia vita?
Il tema è quello, antichissimo , della partenza della donna amata . Esso viene però esplicitato solo nei due versi finali . Tutta la parte precedente è un ” notturno” straordinariamente poetico nel quale Tasso umanizza la natura rendendola partecipe della sua malinconia e della sua solitudine di amante. Umanizzazione e costante trasformazione degli elementi naturali sono le componenti dominanti del madrigale . Nell’oscurità della notte scintilla sull’erba la rugiada , nel silenzio si avverte appena il sussurro flebile del vento, ma la sensibilità del poeta trasfigura le perle di rugiada in stille di pianto e il sussurro del vento in un gemito insistente . E’ come se la natura stessa , umanizzata piangesse per la partenza della donna amata . La notte assuma dunque i contorni di una dolce a affettuosa creatura femminile , dal volto candido e dal manto oscuro , che inonda di lacrime la terra . In questo gioco ininterrotto di trasfigurazioni le gocce di rugiada , prima viste metaforicamente come lacrime delle stelle , si trasformano esse stesse in stelle luminose e trasparenti che impreziosiscono l’erba. Del resto i due elementi naturali ricorrenti nel componimento , ovvero l’acqua e l’aria hanno come caratteristica principale la mobilità che li fa apparire animati e quindi più facilmente umanizzabili.
Sul piano lessicale si nota la prevalenza di parole adoperate in chiave metaforica . Nel verso iniziale , per esempio il primo termine rugiada è realistico , il secondo , pianto e i successivi , lacrime notturno manto , candido volto , cristalline stelle, puro nembo sono metaforici e soggettivi . La parola chiave è pianto al cui campo semantico è possibile ricondurre una serie di termini che si riferiscono al tema delle lacrime e della malinconia : lacrime sparger , candito volto, cristalline stelle, dolendo.
Sul piano sintattico si nota la prevalenza della coordinazione sulla subordinazione . Questa scelta non è casuale , bensì funzionale a ciò che il poeta ha inteso esprimere attraverso il contenuto. Come agli occhi dell’uomo innamorato gli elementi e naturali si rivelano intercambiabili ( le gocce di rugiada sono ora lacrime , ora stelle , il vento ha un flebile sospiro, la notte ha parvenze femminili) e sono pertanto collocati tutti sullo stesso piano senza che si stabilisca una priorità degli uni sull’altri , allo stesso modo la sintassi predilige la coordinazione nella quale le proposizioni si collocano tutte sullo stesso livello. Viene cosi ribadita la struttura del discorso l’intercambiabilità degli elementi . Altrettanto significativa si rivela la successione delle interrogative dirette che creano un ‘atmosfera di attesa e di incertezza . appagata dall’interrogativa retorica che conclude il componimento . L’espressione finale , vita de la mia vita , rende con particolare intensità il sentimento del poeta per la sua donna . Il componimento è percorso da una diffusa musicalità ottenuta con il movimento dei versi brevi e lunghe ( endecasillabi e settenari) e dalle rime ora alternate ora baciate.
Torquato Tasso (1544- 1595) Esponente della cultura italiana della seconda metà del Cinquecento . le sue opere : L’Aminta , Il Rinaldo, Re Torrismondo, I Discorsi dell’arte poetica , La Gerusalemme Liberata, I Dialoghi , Le Sette giornate del mondo creato, ,Le lacrime di Maria Vergine, Le lacrime di Gesù Cristo .
Professore Vincenzo Bruzzaniti –