“Sono 30 anni che faccio il chirurgo ed è la prima volta che rimango impotente contro una decisione drastica di una mia paziente che per motivi religiosi rifiuta le cure e muore“: lo ha dichiarato all’Adnkronos il primario del reparto chirurgia dell’ospedale civile di Piedimonte Matese (Caserta), Gianfausto Iarrobino, riferendosi al caso di una donna di 65 anni, originaria dell’alto casertano, testimone di Geova, deceduta venerdì sera per emorragiacausata da una gastrite, perché, così come aveva dichiarato al momento del ricovero, “a causa di motivi religiosi non poteva accettare trasfusioni di sangue“. “Ho lasciato sulla mia pagina social un commento amaro su questa triste storia e non pensavo che avesse tanto scalpore. Ho ricevuto tante telefonate da colleghi e amici che la pensano come me. Rispetto le idee di tutti ma il mio compito è fare di tutto per salvare una vita umana. Sono rimasto basito perché la donna poteva salvarsi come è successo in due altri casi, sempre persone testimoni di Geova. In un episodio avemmo l’autorizzazione dal tribunale dei minorenni perché il ragazzo non aveva ancora 18 anni e in un altro caso il paziente non era cosciente e quindi in quel caso non c’era l’espressa volontà del ricoverato di rifiutare le cure e quindi entrambi i pazienti furono salvati“. “Venerdì sera, purtroppo, non è andata così, sia la donna che i familiari hanno negato il consenso alla terapia di trasfusione. Quindi non c’è stato nulla da fare.
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