R. e P.

La Calabria si prepara a un futuro più connesso e sicuro grazie all’avanzamento dei lavori del Terzo Megalotto della Nuova Strada Statale 106 Jonica (SS 106). I primi sette chilometri, che collegano il Viadotto Laghi all’innesto con la Statale 534, sono già asfaltati e pronti per essere aperti al traffico. Mentre gli ulteriori 18 chilometri, compresi tra la Statale 534 e l’imbocco della galleria Trebisacce Sud, verranno completati e resi percorribili entro la fine del 2025. Un progetto ambizioso che, nonostante le difficoltà del Covid e le sfide poste dal rischio di infiltrazioni criminali, sta procedendo a ritmo sostenuto, rispettando il cronoprogramma previsto.

Questo straordinario risultato è reso possibile grazie al costante impegno del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il quale ha sempre posto come priorità il miglioramento delle infrastrutture del Sud Italia, con particolare attenzione alla Calabria. Salvini ha lavorato instancabilmente per potenziare sia la rete ferroviaria che quella stradale della regione, portando benefici concreti in termini di sicurezza e qualità dei trasporti.

Rossano Sasso, Commissario della Lega in Calabria, esprime il suo pieno apprezzamento per l’impegno del governo e sottolinea come l’apertura della Nuova Strada Statale 106 Jonica rappresenti un passo fondamentale per l’integrazione della Calabria con il resto del Paese. Questa nuova arteria collegherà l’Alto Ionio Cosentino con la costa Adriatica e, attraverso future opere in programma, migliorerà il collegamento con le città di Crotone e Catanzaro.

Grazie alla collaborazione tra tecnici di Webuild, Anas e le forze dell’ordine, la realizzazione del Terzo Megalotto assume un valore simbolico, dimostrando che, quando lo Stato è presente con determinazione, le grandi opere possono essere portate a termine nei tempi stabiliti.

La Nuova Strada Statale 106 Jonica si prepara a diventare una delle arterie principali della regione, garantendo una mobilità più sicura e agevole per tutti i viaggiatori, finalmente avvicinando l’Alto Ionio Cosentino al resto d’Italia.