Due persone sono finite in carcere con l’accusa di tentata estorsione continuata e aggravata dal metodo mafiosoai danni di due imprenditori edili del vibonese che stavano eseguendo, nel febbraio del 2018, un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
I dettagli dell’operazione che ha portato al loro arresto, ed eseguita all’alba di oggi tra Vibo Valentia e Gerocarne, saranno illustrati dagli inquirenti nel corso di una conferenza che si terrà alle 10,30 presso il Comando Provinciale dell’Arma.
Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai militari delle Stazioni di Soriano Calabro e Arena, hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere nei confronti di 2 soggetti, per il reato di tentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso, operazione convenzionalmente denominata “’MBASCIATA”. Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena (VV), hanno denunciato un tentativo di estorsione posto in essere in più occasioni tra Vibo Valentia e Arena. Nella circostanza, i due imprenditori, fratelli tra di loro, hanno denunciato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo di Provincia, ottenuto mediante affidamento diretto, sono stati avvicinati in almeno 3 circostanze dagli odierni destinatari del provvedimento che si identificano in:
- Emilio PISANO, originario di Gerocarne – Fraz. Ariola, cl. 69;
- Vincenzo PUNTORIERO, originario di Rosarno, ma domiciliato in Vibo Valentia, cl. 54.
I due soggetti, di fatto, con modalità tipiche dell’ambiente mafioso, hanno avvicinato in più occasioni i due fratelli al fine di ottenere il pagamento di euro 2000, pari a circa il 5 % dell’importo complessivo dell’appalto. Le minacce, di fatto, si sarebbero estrinsecate sia in maniera implicita che in maniera esplicita al fine di poter continuare ad eseguire l’appalto ottenuto senza “fastidi” trattandosi di “forestieri” che, proprio per aver sconfinato dal proprio Comune, devono elargire una percentuale sul valore del lavoro alla cosca egemone di Vibo Valentia.
Di fatto, gli espliciti riferimenti agli “amici di Vibo”, hanno consentito agli inquirenti di collegare i vari episodi estorsivi, dopo aver prima identificato gli autori materiali del reato. Il nome dell’operazione trae origine proprio dal fatto che i due soggetti arrestati, di fatto, agli occhi dei denuncianti, apparivano “solo” come mediatori, cioè, utilizzando il tipico termine in dialetto calabrese, portatori proprio di una ‘mbasciata. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal GIP di Catanzaro su richiesta della DDA di Catanzaro diretta dal Procuratore Capo Dott. Nicola Gratteri . I due sono stati ristretti presso la casa circondariale di Vibo Valentia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
cn24tv.it