È il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone a parlare a margine dell’Assemblea nazionale dei Panificatori di Confcommercio e denuncia “abbiamo non più di sessanta giorni davanti. Il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.
Il Presidente Tassone invita alla calma ma, dopo avere raccolto dati e sensazioni dai territori all’esito di un giro tra le Associazioni provinciali che lo ha visto anche in Confcommercio Reggio Calabria, presente il 4 settembre scorso al direttivo Assipan reggino guidato da Nino Laurendi, non nasconde che la categoria è in fermento.
“Il Governo – prosegue Tassone – come chiesto dai colleghi di Reggio Calabria e da noi ribadito ai tavoli nazionali deve affrettarsi a riconoscere un credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico olreché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo.
L’analisi dei bilanci delle imprese del settore della panificazione relativamente al periodo pre- crisi evidenziava un impatto dei costi riconducibili alle materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) pari mediamente al 5% circa del fatturato complessivo aziendale.
La situazione attuale disegna uno scenario che configura un balzo eclatante delle stesse voci di costo, mediamente quadruplicate per gli operatori del settore della panificazione.
Il quadro che ne consegue rischia di produrre effetti devastanti sul comparto, prevalentemente per coloro che si appoggiano su un numero di addetti più corposo. Le prime stime prudenziali degli effetti della crisi sul settore della panificazione – conclude il leader dei Panificatori – evidenziano che da qui alla metà del 2023, in assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro. Indispensabile intervenire subito”.
Assipan Confcommercio ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF.
Inoltre, il contesto economico attuale richiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, cosi come avvenuto in piena emergenza pandemica. Senza questi interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole degli italiani.
“Non è possibile – conclude la nota di Confcommercio Reggio Calabria – che calcoli e interessi elettorali facciano ulteriormente tardare le misure chieste alla politica dalla nostra Confederazione da oltre due mesi ed indispensabili per la sopravvivenza delle imprese del nostro territorio. È da irresponsabili. Panificatori, ristoratori, dettaglianti alimentari non hanno margini per fare fronte ad altre bollette di queste proporzioni e la nostra classe politica, di fronte ad una situazione drammatica, con continue parole, contrasti e continui rinvii si sta dimostrando totalmente inadeguata.”