Il processo contro un presunto membro della ‘Ndrangheta in Svizzera si è aperto oggi davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona con l’accusa di partecipazione a un’organizzazione criminale. L’uomo, un 61enne d’origine calabrese, sposato e padre di famiglia, è in particolare accusato dal procuratore federale Sergio Mastroianni di aver partecipato, perlomeno dal 2003 al 2011, a diverse operazioni della ‘Ndrangheta in Svizzera e in Italia. L’imputato deve rispondere pure di ricettazione e infrazione alle leggi federali sulle armi e gli stupefacenti. Stando al Ministero pubblico della Confederazione (MPC), il 61enne avrebbe in particolare fornito armi acquistate illegalmente in Svizzera su richiesta di clan mafiosi calabresi basati nella regione di Milano. Inoltre, avrebbe lui stesso trasportato le armi in Calabria, a bordo di vetture che utilizzava per i suoi spostamenti quotidiani. Secondo l’MPC, l’imputato sapeva perfettamente che le armi erano destinate ad attività criminali della ‘Ndrangheta. Sempre stando all’accusa, il 61enne si sarebbe servito della mafia calabrese per la sorveglianza armata di piantagioni di cannabis in Svizzera, segnatamente nel canton Berna. L’uomo, residente a Bienne (BE), è inoltre accusato di aver partecipato a numerose riunioni della ‘Ndrangheta in Lombardia e in Calabria, di aver assistito a cerimonie d’iniziazione di nuovi membri, nonché di aver attivamente preso parte all’operazione soprannominata “Crimine di Torino”. La mafia calabrese aveva nel 2003 e 2004, commesso diverse azioni con spargimento di sangue a Torino e nei dintorni del capoluogo piemontese. Deve infine rispondere di violazione della legge federale sugli stupefacenti per il traffico di diversi chili di cocaina e hashish.