Con profonda spiritualità e fedeltà alla tradizione, la comunità ortodossa del Sacro Monastero di San Giovanni Theristis di Stilo ha vissuto un momento storico: la nomina di padre Ambrogio come Aigumeno e di padre Fantino e padre Romano come Proegumeni, segnando un nuovo inizio per la presenza monastica ortodossa nella vallata dello Stilaro.

Dopo le nomine, i monaci si sono recati presso la laura della Madonna della Tramontana, situata ai piedi del Monte Consolino, per celebrare un antico rito quaresimale in onore della Madre di Dio. Un rito che si era perduto nel tempo, in seguito allo scisma del 1054 che separò le chiese d’Oriente e d’Occidente.

Secondo l’antico calendario liturgico bizantino, il sabato inizia il venerdì pomeriggio, ed è in quel momento che si dà inizio al canto delle lodi alla Vergine, con la recita dell’Inno Akathistos, uno dei più profondi inni mariani della tradizione ortodossa.

Luogo sacro e suggestivo, la laura di Tramontana, oggi detta anche “la Pastorella”, è tornata a risplendere grazie all’impegno dei fedeli, che ne hanno ripulito ogni angolo, riportando alla luce icone, simboli e memoria. Un vero angolo di Medio Oriente, immerso nel cuore della Calabria, dove si custodisce ancora il termine “conula”, cioè piccola icona: una parola che racconta la continuità viva con il mondo bizantino.

A celebrare il rito sono giunti anche discepoli di un anziano padre spirituale del Monte Athos, impossibilitato a muoversi, ma che ha benedetto la partecipazione dei suoi monaci a questo momento di grazia. Dopo secoli, nella laura, si è levata nuovamente la preghiera del venerdì di Quaresima in onore della Theotokos, la Madre di Dio.

Padre Fantino, nel suo messaggio ai fedeli, ha ricordato il senso profondo della Quaresima:

“I padri che sono giunti qui hanno sentito il profumo della santità, quella che impregna le rocce e l’aria di queste montagne. La Quaresima non è prepararsi all’uovo di Pasqua, ma al mistero della vita e della morte: non esiste la morte, esiste il giudizio di Dio. Non dobbiamo temere Dio, ma forse un po’ noi stessi, quando viviamo cercando solo l’effimero.”

Una valle che parla a chi sa ascoltare, quella dello Stilaro, dove quest’anno, in un raro allineamento tra i calendari gregoriano e giuliano, le comunità ortodosse di Stilo e Bivongi e quelle cattoliche si uniranno nelle celebrazioni pasquali, in un momento di forte simbolismo ecumenico.

Questa rinascita spirituale, che affonda le radici nella storia millenaria del monachesimo calabrese, è una testimonianza concreta di come la fede, la memoria e la bellezza dei riti antichi possano ancora oggi toccare il cuore dell’uomo moderno.

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