Un centro antiviolenza e un mandorleto sociale saranno realizzati a Stilo, nel Reggino, in un immobile e su un terreno confiscati alla ‘ndrangheta. Il progetto è stato presentato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giorgio Antonio Tropeano e prevede la creazione di un centro antiviolenza in una struttura situata in Contrada Caldarella, confiscata alla criminalità organizzata e assegnata negli anni scorsi all’ente.

«Il centro – fa sapere l’amministrazione – dovrà accogliere, a titolo gratuito, le donne di tutte le età ed i loro figli minorenni, che hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di soprusi, indipendentemente dal luogo di residenza. Il Comune di Stilo ha aderito così all’avviso del Ministero del Sud e Coesione Territoriale che prevede 250 milioni di euro dal Pnrr alle amministrazioni locali delle regioni del Mezzogiorno, per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione».

Il progetto, chiamato «Tapobrana-Vita Nuova», prevede la riconversione a usi sociali di un fabbricato a più piani in Contrada Caldarella, a valle del centro urbano di Stilo, insieme ad alcuni terreni agricoli distribuiti, in gran parte incolti, tra le campagne della stessa contrada e altre zone del Comune, confiscati alla criminalità organizzata. Sono previsti interventi per un milione e mezzo di euro. Il progetto prevede un intervento complessivo sui terreni agricoli dove sarà possibile impiantare un mandorleto».

Una scelta «che – si fa rilevare – avvantaggiata dalla morfologia dei terreni, vuole assumere un significato altamente simbolico. Il mandorlo è il simbolo della nascita e della resurrezione. Saranno principalmente le donne protagoniste del progetto. L’obiettivo di questo progetto è offrire a donne vittime di violenza l’occasione per ritrovare e valorizzare se stesse nel lavoro, attraverso l’istruzione, l’impiego e l’autonomia decisionale. Un percorso di rinascita che simbolicamente coincide con il riuso sociale di un bene confiscato alla criminalità organizzata, richiamando così il profondo legame tra la battaglia per la legalità e quella per i diritti e il lavoro delle donne. Significato e simbologia racchiusi tutti nel titolo scelto. «Tapobrana» è il luogo scelto nel 1602 dal filosofo Tommaso Campanella, nativo di Stilo, per collocarvi la sua utopistica Città del Sole, luogo felice e ordinato, per leggi e costumi, di una società perfetta».

«Riteniamo che i beni confiscati alla base della proposta progettuale approvata – ha dichiarato il sindaco Tropeano – spesso abbandonati, vandalizzati o relegati in un dimenticatoio senza fine, possano rinascere perseguendo al contempo il riscatto morale della comunità. Con questa strategia intendiamo tracciare un percorso organico di azioni da mettere in atto per creare occasioni di crescita all’insegna della legalità, che costituisce la cifra della nostra governance».

gazzettadelsud.it