LA STAZIONE spaziale cinese Tiangong-1 sta scendendo molto più lentamente rispetto a quanto indicavano i modelli teorici e le previsioni per il rientro continuano a slittare: le stime più recenti indicano il pomeriggio del primo aprile, con un’approssimazione di circa 14 ore. E’ quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dalla principali agenzie spaziali e organizzazioni internazionali che stanno osservando il veicolo in caduta incontrollata.
La discesa della Tiangong-1 prosegue molto lentamente a causa della quiete nella quale si trova il Sole in questo momento e che influenza la dinamica della termosfera, lo strato più esterno dell’atmosfera che si estende fino alla quota di 500 chilometri. “Non essendoci una forte attività solare il rientro della stazione spaziale cinese sta avvenendo molto lentamente”, ha detto Tommaso Sgobba, direttore dell’associazione internazionale per la sicurezza spaziale Iaas (International Association for The Advancement of Space Safety).
In questi giorni sul Sole non si rileva infatti la presenza di eruzioni che sono capaci di perturbare gli strati più alti dell’atmosfera, scagliando verso di essa sciami di particelle. “Quando non c’è attività solare l’atmosfera è rarefatta per molte centinaia di chilometri al di sopra della terra e l’atmosfera rarefatta rallenta la caduta”, aggiunge Sgobba. Quando invece il Sole è attivo l’atmosfera diventa più densa ad alta quota e questo accelera il rientro dei veicoli spaziali in caduta.
La Tiangong-1, ossia il ‘Palazzo celeste’, è stata la prima stazione spaziale cinese. E’ una sorta di cilindro lungo 10,5 metri, ha un diametro di circa tre metri e due pannelli solari delle dimensioni di sette metri per tre; al momento del lancio pesava otto tonnellate e mezzo e ha ancora a bordo 3,5 quintali di propellente. Non è fra i veicoli spaziali più grandi, rispetto ad altri che in passato hanno subito lo stesso destino; se di sicuro nell’impatto con l’atmosfera andrà in pezzi, è possibile che alcuni frammenti possano arrivare a terra, ad esempio quelli costruiti con materiali più robusti come il titanio. Dove la caduta di questi oggetti possa avvenire al momento è impossibile da prevedere.
L’impatto nell’atmosfera dovrebbe avvenire quando il veicolo sarà alla quota di 120 chilometri: “Sarà difficile inquadrare quel momento con i radar – ha spiegato Claudio Portelli, dell’ufficio Space Situational Awareness dell’Agenzia Spaziale Italiana – e da allora resteranno 45 minuti per calcolare il punto in cui avverrà il rientro”. La caduta della cinese Tiangong-1 viene seguita costantemente dagli scienziati dell’Istituto nazionale di astrofisica attraverso i radiotelescopi della “Croce del Nord” di Bologna, del “Sardinia Radio Telescope di San Basilio in Sardegna e dei radar del Poligono del Salto di Quirra a Cagliari.
Di certo “è la prima volta che il rientro di un veicolo spaziale in caduta incontrollata viene seguito in modo così organizzato”, ha sottolineato
Ettore Perozzi, dello stesso ufficio dell’Asi, riferendosi alla rete che riunisce almeno 15 agenzie spaziali e centri di ricerca che seguendo costantemente la stazione spaziale cinese con telescopi ottici e radar, permettendo continue simulazioni e calcoli, sempre più precisi.
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