La causa del distacco di un grosso masso della rupe di Capo d’Armi secondo l’ANAS è riconducibile a un fatto sismico. Tale affermazione è di una leggerezza inaudita. Norma di responsabilità avrebbe voluto che fosse stata attivata la protezione civile per la verifica sismica. Una eventuale chiodatura di rete con inghisaggio non può eliminare caduta di elementi rocciosi in evidente equilibrio precario. Pertanto l’affermazione è incompleta perché un’ eventuale asserita scossa sismica avrebbe dovuto provocare ulteriori crolli di altri elementi rocciosi pericolanti.

A nostro avviso, visto la grave affermazione bisogna attivare procedure di accertamento serie e non palliative.
Vogliamo ricordare che nel non lontano passato è stata realizzata all’interno di questa rupe la nuova galleria ferroviaria per il raddoppio della linea ferrata Reggio/Melito con impiego degli esplosivi come di norma, pertanto le ferrovie devono ribadire, non a noi cittadini ma ai Ministeri interessati la loro posizione su questa affermazione così grave per conoscere se escludono loro concause. E’ inutile che ci dilunghiamo. Da anni che segnaliamo la precarietà di questa rupe e tutto è stato limitato ai recenti accertamenti visivi dal mare.
Si sottolinea fortemente che sul vecchio tracciato della Ss 106 che costeggia la galleria stradale lato mare insiste un vecchio, quasi centenario parapetto in pietra situato a strapiombo sul costone sotto al quale vi sono dei fabbricati, porzioni di detta opera sono crollati e altre sono pericolanti.
Vi è di più. Sul parapetto pericolante e in parte sui resti dello stesso è stata paradossalmente fissata un’opera di protezione caduta massi, in caso di crollo inevitabilmente la parete del parapetto unitamente alla rete metallica fissata sullo stesso si ribalterebbero verso mare interessando i fabbricati e le aree sottostanti. Pertanto la misura di protezione così come fissata, non è mai stata idonea a svolgere tale funzione.
E’ altamente probabile che un eventuale crollo di blocchi di roccia lungo la sottostante parete provochi una spinta sulla rete metallica di protezione verso l’esterno che ne determinerebbe il crollo della sovrastante parete muraria, ed in questo caso produrrà gli effetti di un terremoto.
Alle superiori Autorità competenti chiediamo di tranquillizzare la popolazione e non aspettare ulteriori crolli.
Resta da rinnovare la richiesta del 14 settembre 2015 di provvedere alla messa in sicurezza e al risanamento ambientale della galleria ferroviaria di Capo d’Armi, dismessa a seguito della realizzazione e messa in esercizio del raddoppio del tratto di linea ferroviaria Reggio Calabria/Melito di Porto Salvo inibendo completamente l’accesso, in quanto a dire di alcuni abitanti del luogo è saltuariamente frequentata da ragazzi e la zona circostante è invasa da grossi topi.
Vincenzo Crea
ANCADIC