“La Calabria è una terra difficile”, si sa.. ma questa non dovrebbe mai essere una frase per giustificare una serie di situazioni, che puntualmente si verificano in questa regione, come le minacce.
L’ultima brutta storia arriva da Locri dove la squadra di calcio femminile Sporting Locri è stata minacciata più volte e adesso rischia di ritirarsi dal campionato di serie A. Un durissimo colpo per le ragazze e i dirigenti a cui il mondo del calcio e dello sport italiano hanno dimostrato solidarietà, unendosi contro chi con la minaccia non vuole si faccia sport.
La loro ultima partita risale al 20 Dicembre, quando hanno vinto 7 a 0 contro le pugliesi. Il presidente della società Ferdinando Armeni ha annunciato che, “dopo sei anni di attività, bella ed entusiasmante”, la sua squadra smetterà di esistere e si ritirerà dal campionato di massima serie. A portare Armeni a questa decisione è stata  l’ennesima intimidazione nei confronti della dirigenza e delle rispettive famiglie.
 “È ora di chiudere questo Sporting Locri. Andate via!”, questa era stata la prima minaccia a cui è seguita una seconda, il 23 dicembre, molto più esplicita: “Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso”. Scritta in un biglietto lasciato sull’auto di Armeni, a cui hanno forato anche una gomma, in direzione del seggiolino della figlia di 3 anni, con un biglietto che recitava: “Resterai a terra come queste ruote… Chi si siede qui solitamente?” Davvero un colpo durissimo.
Adesso invece l’unica scritta che compare sul sito ufficiale della squadra è: “Chiuso per dignità”, mentre tutti gli inconsapevoli, si chiedono i motivi di tanto accanimento verso un semplice sport.
È stato Armeni, presidente dello Sporting Locri, a parlare ai nostri microfoni della vicenda appena successa:
“Abbiamo ricevuto come Sporting Locri 4 minacce di chiusura della società, io come Presidente (e Vice presidente) e l’ex Presidente, nonché presidente onorario. La seconda volta è arrivata anche a me alzando il tono della minaccia, infatti nell’ultima minaccia, la quarta, si alludeva a mia figlia di 3 anni e mezzo, questa situazione ha mandato letteralmente in tilt, me la mia famiglia e i miei familiari, ci ha mandato in confusione e ha destabilizzato la serenità dell’ambiente in cui operiamo. Noi abbiamo una squadra di calcio a 5 femminile che milita in seria A, che sta facendo un campionato davvero buono, non so oggi a chi può dar fastidio questa squadra, questo ci lascia molto perplessi e insicuri sul futuro. A Locri si vive bene, non penso si tratti di ‘ndrangheta, non penso che poi la ‘ndrangheta operi così, che tocchi i bambini, purtroppo viene infangata Locri la Calabria per un qualcosa che secondo me può essere opera di 4 sciacalli dementi che hanno voluto minare alla serenità e forse non hanno capito che il gesto poteva avere un significato simile, ad oggi non siamo nella serenità opportuna per poter portare avanti il progetto. Chiuderemo la squadra perché non ci sono i presupposti di serenità, perché comunque gestisco 60 persone all’interno di Sporting Locri, perché comunque gestisco la prima squadra, il settore giovanile e altri addetti ai lavori, se c’è però qualcuno che volesse prendersi la squadra per portarla a termine, visto che comunque ha fatto e sta facendo un bel percorso, io son bene disposto senza chiedere 1 euro, la può prendere tranquillamente, purchè mantenga le condizioni valide per le ragazze, allenatori e lo staff per portare avanti il campionato e non portare degli squilibri nel campionato, dove siamo in classifica e la nostra assenza potrà creare degli squilibri.”
Carlotta Tomaselli
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