Genova – L’inchiesta della polizia spagnola sull’omicidio di Davide Fervorini , il genovese di 38 anni ucciso a Las Palmas de Gran Canaria, dove si era trasferito a lavorare e vivere, l’altra sera ha subito una svolta improvvisa: cinque persone sono state poste in stato di fermo e si trovano in carcere con l’accusa di aver preso parte al delitto. Si tratta di quattro uomini e una donna, tutti cittadini di Gran Canaria, secondo le poche informazioni che filtrano. Le stesse che il console italiano ha confermato all’avvocato Giuseppe Maria Gallo, che assiste la famiglia di Fervorini, a Genova.
I genitori e il fratello, forse, potrebbero finalmente aver accesso ad altri elementi dell’inchiesta, dopo che questa settimana sono giunti da Gran Canaria i risultati della comparazione fra il dna del cadavere ritrovato a metà settembre in una casa abbandonata dell’isola spagnola e quello prelevato dalla mamma di Fervorini. Quasi tre mesi sono stati necessari agli investigatori di Las Palmas per ufficializzare l’identificazione del corpo. Un’eternità, per la famiglia di Fervorini, che vorrebbe riportare la salma a Genova. La comunicazione del riscontro sul dna è stata inviata dalla Spagna anche al commissariato di polizia di Sestri Ponente, che aveva ricevuto la denuncia di scomparsa da parte dei genitori dell’uomo. Ed è stata inoltrata alla questura e alla procura di Genova.
È l’11 settembre quando l’uomo viene visto per l’ultima volta. Conosciuto nella comunità italiana dell’isola, Fervorini ha creato un Genoa club e gestito un negozio di cannabis legale in calle Juan Rejón, nella zona del porto. E sempre l’11 settembre aveva concluso la cessione del suo ritrovo, ricevendo novemila euro. Quattro giorni dopo un cadavere viene trovato in una casa abbandonata non lontano dalla zona in cui l’uomo abitava. Ha colpi alla testa riconducibili a un’aggressione, compiuta forse con calci e pugni. O con un qualche oggetto. È in avanzato stato di decomposizione, irriconoscibile secondo gli investigatori. Alcune indiscrezioni portano la polizia spagnola sino a Fervorini. Vengono comparati i tatuaggi che si intravedono sul cadavere con alcune foto dell’uomo, dove sono ben visibili. Le figure sono le stesse, ma serve un riscontro ufficiale. A Genova i genitori di Fervorini vengono invitati a sottoporsi al prelievo del dna. Nel frattempo gli inquirenti sentono amici e conoscenti dell’uomo sull’isola. Perquisiscono la casa, la macchina. I novemila euro sono spariti.
Nei giorni scorsi un’indiscrezione filtrata proprio dagli ambienti investigativi aveva fatto riferimento a tre cittadini italiani fermati perché accusati dell’omicidio. Notizia che però non aveva trovato poi conferma. Anche se, sempre dalla Spagna, giunge un’altra versione, cioè che i tre sarebbero stati bloccati e poi rilasciati.
fonte: www.ilsecoloxix.it