Chiuse le indagini preliminari per 119 persone nell’ambito dell’inchiesta “Eureka”, l’operazione che ha visto la cooperazione delle Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, degli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo e che ha smantellato un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio, al traffico di droga e armi in tutto il mondo, colpendo in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.
Le accuse
Alcuni degli indagati, per come riporta il “Corriere della Calabria”, sono accusati di far parte di un’organizzazione «con base decisionale-operativa in Africo e articolazione in Sudamerica» che avrebbe operato «approvvigionandosi in Sudamerica (in particolare Colombia e Brasile) di ingenti partite di stupefacente del tipo cocaina, trasportate in Italia (in particolare fino al Porto di Gioia Tauro) e in Europa (in particolare nel porto di Anversa), occultate in container imbarcati su navi provenienti dai vari porti del Sudamerica; stringendo accordi con organizzazioni paramilitari e criminali operanti in Sudamerica per la spedizione e la commercializzazione in Italia di ingenti partite di cocaina, nonché in Pakistan per la fornitura di armi da guerra da consegnare alle suddette organizzazioni paramilitari; organizzando la fuoriuscita dello stupefacente dal porto di Gioia Tauro e dagli altri porti di arrivo attraverso “squadre” di operatori portuali collusi; commercializzando in Italia le partite di cocaina provenienti dal Sudamerica e trasferendo dall’Italia, attraverso operazioni finanziarie gestite da organizzazioni criminali composte da cittadini cinesi, i profitti della commercializzazione dello stupefacente».