In seguito a una richiesta di informazioni e di incontro con il tavolo per il ripristino della sicurezza sulla SP1, inviata alle parti il 25 febbraio scorso, prima del lungo lockdown per la pandemia Covid-19, il Comitato promotore della petizione popolare firmata da 1.500 cittadini per la sicurezza della SP1, ha ricevuto in questi giorni un aggiornamento dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, attraverso il dirigente del Settore 11-Viabilità, ing. Lorenzo Benestare. Una serie di informazioni inviate per conoscenza, il 15 luglio scorso, anche ai referenti regionali e governativi della vertenza che ha avuto il suo culmine lo scorso agosto quando il Comitato civico geracese sollevò pubblicamente la questione – di cui parlarono poi media e trasmissioni radio e Tv anche nazionali – di 8 frane in 8 chilometri, mai sistemate nonostante un finanziamento statale di 1 milione e 200 mila euro, risalente addirittura al 2017. Dopo una lunga mobilitazione, il Comitato ottenne dal Prefetto di Reggio Calabria, di essere invitato – in quanto rappresentante dei 1.500 firmatari della petizione che chiedeva provvedimenti urgenti per rimuovere l’emergenza rappresentata dalle frane il cui fronte continua ancora adesso ad avanzare – al tavolo tecnico di Regione, Protezione civile, CM di Reggio, dei Comuni di Gerace e Locri.
Ma quali sono le notizie riferite dall’ing. Benestare nella comunicazione giunta al Comitato?
In sintesi, il tecnico della CM ha comunicato che: 1 – In contrada Badea (dove c’è una delle frane nel tragitto Locri-Gerace della Provinciale 1, ex SS-111, che dalla costa arriva fino allo Zomaro, e proseguendo collega lo Jonio al Tirreno) il geologo incaricato ha effettuato le indagini geognostiche esprimendo le proprie valutazioni in una relazione già agli atti2 – Che il tratto stradale che by-passa la frana in contrada Puzzello, non può essere utilizzato come alternativo (come da richiesta del Comitato, con utilizzo di semaforo e trasformazione in senso unico alternato aggirando così il tratto pericoloso) perché si tratta di strada comunale che ricade nei Comuni di Locri e Gerace e non possiede di standard minimi di sicurezza. Cosa emersa durante un sopralluogo e comunicato per le vie brevi ad una rappresentante del Comitato, Ing. L. Scaramuzzino, durante l’incontro avvenuto in data 18 novembre 2019, presso il Comune di Locri, alla presenza dell’assessore alla viabilità, sig. Panetta3 – Che in data 31 gennaio 2020 il progettista incaricato, ing. Natale Italiano, ha inoltrato al settore in questione il progetto definitivo per l’intervento sulle frane, dal cui esame è scaturito che la complessità delle opere previste nonché alcuni prezzi relativi allo smaltimento dei rifiuti, hanno avuto necessità di approfondimento per poter concludere la verifica, secondo le linee guida dell’Anac, (Autorità anticorruzione). Il 18 giugno il progettista incaricato ha trasmesso il progetto esecutivo, che è stato inserito nella “piattaforma Sismi.Ca” della Regione, ex Genio Civile, per il rilascio dell’autorizzazione prevista dalla normativa in materia di costruzioni in zone sismiche. A progetto approvato – ha concluso l’ing. Benestare – si procederà all’espletamento della fase di appalto.
A questa comunicazione – come informa la rappresentante al tavolo istituzionale Simona Mulè – il Comitato promotore della petizione popolare per la sicurezza della SP1, ha risposto all’ing. Benestare e a tutti i soggetti in indirizzo, ringraziando per l’attenzione ma manifestando «profonda insoddisfazione per le lacunose informazioni ricevute, che confermano come, a tre anni dal finanziamento di 1.200.000 euro ricevuto dalla Città Metropolitana per il ripristino delle frane, queste si sono aggravate e moltiplicate senza che nemmeno una sia stata ripristinata, con grave pericolo per gli utenti». Ribadendo – come già avvenuto in altre occasioni – che il finanziamento non è più sufficiente, non solo a mettere in sicurezza i tratti di strada franati al tempo dello stanziamento (2017), ma, a maggior ragione, neppure quelle crollate successivamente, anche di grave entità, e gli ulteriori cedimenti stradali già segnalati come prossimi al crollo, senza che nessuno facesse nulla, rendendo maggiormente insicuro il transito sulla SP1 ben oltre il tratto Locri-Gerace.
Il tutto senza che siano giunte risposte sui necessari ulteriori stanziamenti per metter in sicurezza l’arteria, frequentatissima soprattutto d’estate, con l’afflusso turistico che anche quest’anno, nonostante il coronavirus, si annuncia consistente per il rientro di centinaia di immigrati, e senza che siano stati forniti particolari tecnici fondamentali riguardo:
a) le condizioni delle frane rilevate dalle relazioni geotecniche ultimate e consegnate dai professionisti incaricati
b) la stradina di Puzzello, indicata dal Comitato come alternativa per oltrepassare, a senso unico alternato regolato da semaforo, la frana più lunga e pericolosa, indicando genericamente la sua mancanza di standard di sicurezza: ma è più sicuro passare da una lingua di asfalto che diventa sempre più stretta e rischia di crollare da un momento all’altro? E quando i lavori di ripristino inizieranno e bisognerà chiudere la statale, da dove si passerà? Se la decisione è di competenza dei Comuni di Gerace e Locri, forniscano loro una relazione dettagliata. Non sarebbe meglio, per evitare il rischio di trovarsi in un incidente frontale (come avvenuto di recente) proprio nella parte di maggiore restringimento della carreggiata, vista la consolidata abitudine tra la popolazione locale, non ritenendo sicura la Provinciale, di percorrere una strada intercomunale di competenza dei comuni di Gerace e Locri, dotare il percorso, in via del tutto temporanea, di idonei segnalatori semaforici che consentano il transito a senso unico alternato? Ci fosse stato un semplice semaforo, come da noi proposto, l’incidente non si sarebbe verificato.
c) nessuna previsione di tempistica è stata fornita per l’approvazione dei progetti e l’avvio della gara d’appalto, né per una programmazione di soluzioni generali per le frane rimaste fuori dai finanziamenti e per i provvedimenti urgenti di messa in sicurezza dell’arteria anche con soluzioni non definitive.
Infine, ricordando che già dal 2017 è stato riconosciuto lo stato di emergenza per la SP1, il Comitato per la petizione, ha chiesto al Prefetto di Reggio Calabria, con l’attenzione che ha sempre dimostrato nel caso della SP1, di farsi, ancora una volta, promotore di un nuovo incontro fra le parti per fare il punto della situazione in cui vengano fornite le necessarie informazioni ai rappresentanti dei cittadini, che finora non hanno mai smesso di far capo al Comitato stesso, manifestando il disagio e la tensione per la situazione.
Il Comitato Promotore per la petizione SP1