Una delegazione di lavoratori del Corap e i sindacati hanno inscenato questa mattina un sit-in nel piazzale della Regione Calabria, a Catanzaro, per evidenziare lo stato di crisi del Consorzio regionale per lo sviluppo industriale. Al centro della vertenza anzitutto la sorte dei 70 lavoratori del Corap, che avanzano diverse mensilità, ma anche le prospettive nei settori nei quali opera il Consorzio, dallo sviluppo delle aree industriali alla depurazione: la richiesta di risposte avanzate dai sindacati è rivolta anzitutto alla Regione Calabria.

“Chiediamo – ha esordito Alessandra Baldari, segretaria generale della Fp Cgil – che si chiarisca il futuro dei lavoratori e si chiariscano le funzioni del Corap. I lavoratori sono in credito nei confronti del Consorzio per circa 3 milioni, tra mensilità, tredicesime, Tfr, e sono stati costretti a ricorrere a prestiti per fronteggiare una situazione insostenibile. La preoccupazione è prioritariamente capire il destino dei lavoratori, destino che non può essere sganciato dalle funzioni del Corap. Lo sviluppo delle aree industriali è una delega del governo, dello Stato, e quindi una funzione che la Regione deve esercitare: questo significa che si dovrà trovare un ente alternativo e trasferire in questo ente i lavoratori”.
“Quanto al segmento della depurazione, che ora rientra nelle competenze di Arrical, bisogna capire – ha aggiunto Baldari – quando il commissario di Arrical avvierà le attività in modo da assorbire i lavoratori. Importante è poi far decollare la Zes, in cui insiste l’attività del Corap, in modo davvero da attrarre investimenti”.

Luciana Giordano, segretaria generale della Cisl Fp, a sua volta ha auspicato che “il presidente Occhiuto o l’assessore competente possa riceverci e affrontare il problema del futuro dei 70 lavoratori che con grande professionalità portano avanti i servizi. C’è soprattutto la necessità di che fine faranno le funzioni e a quale soggetto saranno eventualmente affidate. Bisogna riavviare un confronto con la politica, confronto che finora non c’è stato, perché adesso i tempi sono diventati davvero stretti e – ha concluso Giordano – abbiamo bisogno di risposte”.

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