Aristide Bava
SIDERNO – “Siderno ha già dato” non è soltanto uno slogan ma sintetizza in maniera efficace lo stato d’animo di moltissimi sidernesi. È ora che anche le altre comunità si facciano carico della problematica dello smaltimento dei rifiuti in una logica di equa distribuzione dei pesi e della responsabilità”. Dopo anni di silenzio, Paolo Fragomeni ben noto esponente politico della città, più volte consigliere comunale e presidente del Consiglio nella giunta guidata da Pietro Fuda con all’attivo anche un forte contrasto con quello che è sempre stato il suo partito di appartenenza, il Pd, si fa nuovamente sentire su quello che è attualmente uno dei problemi più attuali della cittadina ovvero l’annunciato ampliamento dell’ impianto Tmb di Contrada San Leo e propone anche di promuovere un referendum popolare per agire sulla base del giudizio dei cittani.

“Sull’impianto di San Leo – dice, anche, in un suo scritto – ho ascoltato e letto tanto. D’altra parte non si può restare insensibili di fronte a questioni che hanno implicazioni con il nostro futuro. Fanno di tutto per spiegarci che l’ampliamento (e che ampliamento, circa 60.000 mq) dell’impianto di San Leo sarà una soluzione all’avanguardia che non produrrà fumi, miasmi, disturbi di alcun tipo alla popolazione. Mi sembra di sentire ‘paro paro’ i vecchi amministratori del tempo quando, a proposito dell’attuale impianto, dicevano le stesse cose. Identiche. Salvo, poi, essere smentiti dai fatti. Sono convinto, sulla base di un dato oggettivo, quello attuale, che impianti di questo genere vadano collocati lontano dai centri abitati perché occorre considerare l’imponderabile (gli esempi di mal funzionamento di impianti ad ‘alta tecnologia’ con conseguenze nefaste sulle persone sono centinaia. Detto questo: considerata la limitata estensione di territorio comunale a fronte di una densità di popolazione altissima, forse la più alta della provincia, Siderno non è il luogo più adatto (anche a giudizio dei molti che nonostante ciò insistono perché l’ampliamento si realizzi) per ospitare un siffatto stabilimento. Mi dichiaro completamente ignorante in fatto di chimica, contrariamente a tanti luminari di giornata prossimi all’assegnazione del Nobel, e mi interessa poco colmare le lacune. Quindi, a questo punto, nel ribadire che l’esperienza dovrebbe suggerire agli attuali amministratori e ai suoi sodali di adoperarsi perché l’impianto non solo non venga esteso ma, anzi, perché anche quello esistente sia smantellato, ne faccio una questione ideologica. Lo confesso! Il mio è, a questo punto , un NO ideologico”. Non manca un preciso messaggio ai responsabili politici del Comune ” Ciò che dovrebbe stare a cuore agli amministratori di oggi è il futuro dei nostri figli e nipoti. Oggi, quelli della mia generazione nutrono gratitudine per la lungimiranza dei padri che seppero fare di Siderno il faro della provincia. Sarà ancora così? Me lo auguro di cuore. Concludo dicendo che sbagliare è umano e anche comprensibile ma ripetersi nell’errore sarebbe diabolico. Non è mai troppo tardi per cambiare. Poi la proposta del referendum popolare.