Aristide Bava

SIDERNO – La gestione integrata dei rifiuti che prevede un complesso di attività volte ad ottimizzarne la gestione sembra, ormai, per la Locride una specie di miraggio. Tralasciando le vicende che hanno interessato la gestione di Locride Ambiente, negli ultimi mesi, e la conseguente scissione del contratto, il nodo più grosso resta legato alle incertezze che si hanno per il futuro indipendentemente da quale sarà la sorte dell’ impianto Tmb di Contrada San Leo. Ampliamento si, ampliamento no, sono i fronti contrapposti tra Regione e Comitati ambientali.

Ma c’è anche da mettere in conto la problematica della raccolta, e soprattutto dello smaltimento dei rifiuti, una questione che non riguarda solo Siderno ma l’intero territorio della Locride e che, diciamolo pure, pesa notevolmente sulle tasche dei cittadini che si vedono recapitare bollette sempre più alte. Il costo dello smaltimento aumenta perchè ancora non si è trovato il sistema di evitare i trasporti fuori regione e, per la verità, la cosa che maggiormente continua a stupire, è il fatto che, malgrado il gran parlare che si è fatto negli ultimi anni sulla necessità di individuare un sito per la realizzazione di una discarica di servizio, ancora le decisioni si continuano a rinviare. Eppure gli stessi responsabili della Città Metropolitana non hanno mancato di affermare a proposito della tanto auspicata discarica di servizio che, se realizzata nel territorio della Locride, dovrebbe servire a rendere autosufficiente l’intero territorio. Viene da chiedersi, visto le lungaggini e le difficoltà che esistono per questo tipo di localizzazione, come andrà a finire la questione e, soprattutto, che tempi tecnici ci sono per dare un assetto ad una soluzione che già da tempo appariva improcrastinabile. Ciò ammesso che gli stessi diretti interessati del nostro Ato e della Città Metropolitana lo sappiano , cosa della quale si comincia a dubitare seriamente. Intanto si avvicina il periodo estivo e i Comuni della Locride, cominciano ad essere intasati dalla spazzatura. Ovviamente le solite decisioni contingenti lasciano il tempo che trovano e servono solo a far slittare il problema, che resta molto pesante, mentre tutti sono convinti che non si può continuare a non chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno del nostro Ato.

Le non decisioni, quindi, non possono essere il rimedio di situazioni che non sono più sopportabili. In questo contesto si inserisce, a pieno titolo, la problematica dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) dei rifiuti di contrada San Leo ormai da tempo, nelle sue attuali condizioni, inadeguato a garantire le necessità di tutti i comuni del comprensorio e oggetto – questo è ben noto – di una vertenza con la Regione che ha disposto il suo ampliamento fortemente osteggiato dalle associazioni ambientali. In attesa che si capisca come andrà a finire la vicenda, resta, in ogni caso, la necessità che la frazione secca dei rifiuti solidi urbani sia regolarmente avviata al compostaggio e visto che la gestione integrata dei rifiuti urbani è organizzata sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO), delimitati dalle regioni nel rispetto di criteri finalizzati a massimizzare l’efficienza del servizio attraverso il superamento della frammentazione delle gestioni ed al conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, pare assolutamente necessario fare qualcosa di concreto per garantire questa necessità .

Allo stato attuale torna, dunque, di estrema attualità la scelta di un idoneo sito in cui ubicare una discarica di servizio, ricadente nell’ATO 5, perchè è essenziale per il conferimento degli scarti dei rifiuti solidi urbani. non solo logisticamente ma anche economicamente. Anche perchè , questo è ormai chiaro, se si continuano a conferire questi scarti fuori da questo ambito territoriale, le spese sono enormi. Ergo, bisogna prendere seriamente qualche decisione . E farlo in tempi brevi.