R. e P.

La Calabria, per i visitatori giunti da terre lontane, è una bella  scoperta. Lo è sempre stata. Fin da quando i viaggiatori mostrarono, al  di là di quel coraggio che una certa vulgata voleva attribuire a quelli  che si avventuravano in una “terra maledetta abitata dai selvaggi  d’Europa”, quella curiosità intellettuale che permise loro di scoprire  posti bellissimi e abitati da gente generosa e ospitale, intrisa di  quella filoxenìa di chiara derivazione ellenica, essendo, in particolare  la Calabria estrema, roccaforte greca in terra latina. Un utile compendio per approfondire questi aspetti, e magari le opere  principali dei più celebri visitatori della nostra terra è costituito da  “Il Grand Tour nella Calabria Estrema” (2016, Rubbettino) del docente ed  esperto in lingua, storia e cultura delle minoranze grecofone Franco  Tuscano, realizzato grazie a una felice intuizione del GAL “Area  Grecanica” nell’ambito del PSR Calabria 2007/2013 – Asse IV – Piano di  Sviluppo Locale “Nèo Avlàci”. Agile strumento di consultazione basato sulla letteratura odepòrica,  ovvero “attinente al viaggio” e arricchito da numerose illustrazioni  d’epoca, il saggio di Tuscano abbatte ogni pregiudizio sui calabresi,  eredi di quegli antichi Bruzi che, già nerbo delle milizie di Spartaco,  vennero considerati, per estensione, fin dai tempi antichi alla stregua  di “persecutori di Cristo”.
Dalla verosimile trasferta di Platone nel IV secolo A.C., nel corso  della quale fustigò i costumi di quegli italioti descritti come dediti  ai piaceri della tavola e del sonno, fino al viaggio di San Paolo nel 67 d.C. (quando una candela usata a mo’ di clessidra per misurare il tempo  del suo discorso pubblico, finì per causare l’incendio del marmo della  colonna su cui poggiava), il narrato arriva fino al XVI dei viaggi dei  pittori fiamminghi nella nostra regione, per giungere al vero e proprio  inizio dei Grand Tour nella nostra regione, che divenne meta di  viaggiatori e studiosi di mezza Europa. Un costume che raggiunse l’apice  nel 1847 col viaggio estivo di Edward Lear che visitò 37 paesi “mosso da  intenzioni di puro godimento estetico e spirituale di contemplazione  della natura” fino al ‘900 di Douglas, Destreè e Albini, e soprattutto di Gerhard Rohlfs, il tedesco che trascorse più di 60 anni in Calabria, imparando a menadito i dialetti parlati nei 365 paesi visitati.“Il Grand Tour nella Calabria Estrema” verrà presentato venerdì 1 febbraio nello spazio culturale “MAG. La ladra di libri” di corso  Garibaldi, 281 a Siderno, quando, col prezioso contributo della dottoressa in Sociologia Cesira Gemelli, Gianluca Albanese dialogherà  con l’autore.