L’associazione “Amici del Libro e della Biblioteca” e “MAG. La ladra di libri”, venerdì 22 giugno alle ore 19 nel cortile della biblioteca comunale di Siderno, presentano il libro di Vincenzo De Angelis “Dal Vangelo secondo la ‘ndrangheta” (2016, Herkules Books). La storia di un delitto consumato nella Bruzzano d’inizio ‘900, tra partenze e “spartenze”, riti e tradizioni ancestrali tramandate alle giovani generazioni, miseria ed emigrazione, tradimenti e delazioni, arroganza e finti valori. Gianluca Albanese dialoga con l’autore. Un delitto di un secolo fa, ma che appare tristemente attuale nella conformità a regole fissate dalla puntura di polpastrello, da una goccia di sangue caduta su un santino da ardere. Oggi sappiamo molto della ‘ndrangheta. Quasi tutto. Magistrati e forze dell’ordine in prima linea, giornalisti coraggiosi e scrittori ben informati ci hanno svelato riti e affari, conti correnti e intercettazioni. Nell’entroterra locrideo di un secolo fa, invece, si sapeva poco o nulla. I cosiddetti “uomini d’onore” non si nascondevano e non si mimetizzavano; anzi, ostentavano il loro status con un abbigliamento particolare e coi cappelli portati di traverso. Era una società più semplice, fondata su un’economia rurale e senza l’istruzione obbligatoria che, lungi dall’essere universale era,
piuttosto, un privilegio per pochi. Le forze dell’ordine non avevano gli strumenti sofisticati d’indagine di cui dispongono oggi, e a volte brancolavano nel buio, sperando in qualche improbabile confessione o in una delazione, fosse anche quella dello scemo del paese. In questo contesto maturava l’omicidio del giovane Guglielmo Iozzo, con modalità mafiose socialmente accettate tanto da farle diventare anch’esse “legge”. Un delitto che nel romanzo di De Angelis, medico,
scrittore, poeta e Deputato di Storia Patria per la Calabria diventa occasione per compiere parecchie riflessioni sul fenomeno criminale della ‘ndrangheta, sulla resipiscenza senile dei due boss protagonisti e sulle aspettative di una società migliore, evidentemente deluse dall’emergere di una nuova mafia, quella dei sequestri di persona, del narcotraffico e degli affari miliardari, ancora più spregiudicata di quella di un secolo fa.