SIDERNO – A che punto si trova il Piano strutturale comunale ?. L’interrogativo si ripropone a distanza di molti mesi da quando i rappresentanti di una forza politica cittadina si sono incontrati con l’ Arch. Nicola Tucci e con lo stesso sindaco della città, Pietro Fuda, per parlare di questo importante organismo e prospettare la necessità che Siderno, oggi piu’ che mai, avverte l’impellente necessità di dotarsi di un idoneo e più adeguato strumento urbanistico, sia per dare un nuovo assetto ad un territorio che da tempo ormai attende risposte e progetti di sviluppo, sia per rivitalizzare la Città con il rilancio di un settore nevralgico come quello dell’edilizia. La strada per il nuovo Piano strutturale comunale era già stata ampiamente tracciata con gli incarichi progettuali affidati, molti anni addietro, ad un gruppo coordinato dal prof. Giuseppe Imbesi,( già progettista del vecchio Piano regolatore generale del Comune) e composto dal Prof. Tenuta, dal geologo Luigi Carbone, dall’agronomo Giancarlo Fiorenza, dagli architetti Danilo Campo, Alessandro Sgambelluri e Giovanni Schipilliti. Furono anche poste ai progettisti alcune indicazioni di massima, quali ad esempio, la valorizzazione dell’intorno della Diga quale polmone verde per la Città, il miglioramento delle zone d’ingresso della Città, il problema della linea ferrata, il collegamento dei lungomari del quale si parla ormai da molti anni, il rifacimento del Waterfront lungo la spiaggia e la valorizzazione del patrimonio esistente del Centro Storico di Siderno Superiore e delle contrade. Discorsi vecchi di anni e risalenti all’epoca del primo commissariamento della città ( leggi Commissario prefettizio dott. Luca Rotondi),con la elaborazione delle linee programmatiche di larga massima,che attendevano, però, il coinvolgimento di quelli che dovrebbero esser gli attori principali, ovvero cittadini, associazioni e soggetti attivi. Cosa che non si è registrata neppure dopo l’avvento della successiva triade commissaria ( Francesco Tarricone – Eugenio Pitaro – Maria Cacciola) che non ritenne di affrontare la problematica urbanistica. Adesso la situazione, aggravata , anche dai disastri che si sono verificati sul lungomare e dallo svuotamento della Diga, diventa non piu’ procrastinabile e impone anche una attenta valutazione di quella che è la realtà che esiste oggi sul territorio comunale con la necessità, in primo luogo, di integrare il nuovo strumento in itinere con il piano del lungomare ed il piano spiaggia. E’ fuor di dubbio che con le giuste valutazione ed una appropriata ipotesi progettuale si potrebbe veramente cambiare volto e immagine di una città che rimane, pur sempre, malgrado le tante storture attualmente esistenti, un punto di riferimento per l’intero comprensorio della Locride. E proprio l’approvazione del nuovo Piano strutturale Comunale potrebbe essere il trampolino di lancio per guardare al futuro con rinnovata speranza.
Aristide Bava
n.ella foto Una suggestiva inquadratura dall’alto dello studio Primo Piano di Giulio Archinà