Aristide Bava
SIDERNO – Il grido d’allarme arriva da Francesco Martino attivista del Comitato di Pantanizzi da sempre molto attivo sulle questioni ambientali legate alla città. La bonifica della ex BP rimane ancora una specie di miraggio e Martino parte dalla grande amarezza che al bando indetto per la bonifica del sito industriale oggi abbandonato e di cui si attende da ben tantissimi anni una positiva conclusione, ha partecipato una sola ditta e, dato che uno dei requisiti perchè si potesse procedere all’aggiudicazione era che si presentassero almeno due ditte intenzionate a portare a termine la bonifica. bisognerà adesso ripartire da capo. Come dire Campa cavallo che l’erba cresce visto che sarà fare tutto di nuovo, realizzando un nuovo bando, con nuove scadenze, altre condizioni e quasi certamente anche più fondi a disposizione elemento certamente non ultimo guardando al passato perchè i grandi ritardi che si sono accompagnati alla attesa bonifica sono legati proprio al fattore economico. Una nuova patata bollente in un momento molto delicato della cittadina quando si sperava, ormai, che la questione ex Bp potesse essere finalmente archiviata in maniera positiva e in tempi, dopo tanti anni di attesa, finalmente brevi. Intanto, il materiale cancerogeno e infiammabile che da sempre preoccupa i residenti di Pantanizzi ( e non solo) continua a restare nella struttura senza che ancora si abbia un quadro preciso di quali siano gli interventi necessari a rendere nuovamente salubre la zona. Legittima, dunque, la preoccupazione di Francesco Martino che si è subito estea a tutti gli altri componenti del Comitato Pantanizzi che su questa vicenda da anni conduce una serrata battaglia. La delicata problematica dell’ ex laboratorio chimico della Bp, dopo una grande manifestazione popolare che si è tenuta l’ 8 luglio del 2017, e che aveva interessato l’intera cittadina durante il periodo dell’amministrazione Fuda era stata ripresa e posta all’attenzione anche della Commissione straordinaria che attualmente amministra la città proprio perchè un primo finanziamento stanziato dalla Regione Calabria per 300.000 euro non poteva bastare . I tre componenti delal commissione straordinaria , Maria Stefania Caracciolo, Matilde Mulè e Augusto Polito, dopo aver preso atto della situazione su pressione delle organizzazioni ambientali avevano richiesto alla Regione Calabria una somma integrativa, rispetto al precedente finanziamento per ulteriori 195.000 euro sulla base di un progetto che prevedeva ,almeno, la rimozione e lo smaltimento delle sostanze pericolose e altamente tossiche, contenute nei bidoni e nelle cisterne sotterrate che si trovano nel sito di contrada Pantanizzi. Per questo motivo con apposita nota trasmessa alla Regione Calabria – Dipartimento Ambiente e Territorio, la Commissione aveva chiesto “un ulteriore stanziamento di risorse finanziarie di 195.000,000 per completare con la massima urgenza gli interventi di rimozione di tutti i fusti contenenti sostanze nocive”. Tutto pareva essere andato per il meglio ma adesso è arrivata questa nuova tegola che compromette nuovamente la situazione e allunga i tempi di rimozione del pericoloso materiale . Materiale che in molti definiscono cancerogeno e infiammabile e che da anni preoccupa non solo i residenti di contrada Pantanizzi ma anche l’intera cittadinanza perchè continua a restare nella struttura . Peraltro senza che ancora si abbia un quadro preciso di cosa potrebbe succedere e quali siano gli interventi effettivamente necessari non solo per rimuovere i fusti giacenti nell’ex industria chimica ma anche per rendere nuovamente salubre l’intera zona in questione.

nella foto – una parte dei fusti che si trovano presso l’ex BP.