I problemi della Locride al centro di un incontro a Siderno tra i sindaci e la prefetta di Reggio Calabria.

Sanità e servizi, infrastrutture e viabilità, dissesto idrogeologico e la mancata valorizzazione del patrimonio paesaggistico culturale: in un documento congiunto dei primi cittadini, l’elenco delle criticità da affrontare.

A S.E. Sig. PREFETTO Dott.ssa Clara VACCARO REGGIO CALABRIA

Ill.mo Sig. Prefetto, a nome mio personale, di tutti i colleghi Sindaci e delle nostre comunità voglio darLe il benvenuto nella Locride, terra della Magna Grecia, ricca di cultura e di storia con un patrimonio paesaggistico unico, ma anche terra di complessità sociali ataviche. Sig. Prefetto l’accogliamo con riverente e immenso piacere perché la considerazione che ha voluto attribuirci con la Sua visita è per noi motivo di orgoglio e soprattutto di stimolo, affinchè il nostro impegno, la nostra determinazione e le nostre azioni siano sempre più rivolte alla migliore gestione del bene comune. In questa relazione, che abbiamo concordato con i colleghi dell’Associazione, vogliamo porre alla Sua attenzione alcune problematiche che ci affliggono, quali la viabilità e la carenza di infrastrutture, la sanità sia in termini di servizi centrali e sia territoriali, l’ambiente e la salvaguardia dello stesso dal dissesto idrogeologico costiero e montano. Vogliamo sottoporre alla Sua attenzione e sensibilità anche il disagio sociale che le suddette problematiche determinano per i nostri territori; nonché il grande valore del patrimonio culturale e paesaggistico dei nostri Comuni. Nessun territorio, nessuna comunità può realmente progredire e avere occasioni di sviluppo e di crescita sociale ed economica se non ha le infrastrutture indispensabili per garantire i normali collegamenti tra i diversi centri e tra questi e le zone centrali della nostra Città metropolitana e della Regione o del resto d’Italia. Per questo motivo riteniamo che la questione sia strategica e soprattutto vada affrontata con la giusta determinazione e trasparente volontà politica ed amministrativa da parte dei Governi sovra comunali.

Dopo decenni di promesse, di opere incompiute e della imposizione della “scelta” o, meglio, sulla base del non si può avere tutto – quindi dovete scegliere questa o quella opera – è il momento di avere pari dignità, rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini come ci indicano gli artt. 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale. Così, Eccellenza, la S.S. 106 Jonica tratto Locri-Palizzi per la quale non esiste né la progettazione e né le risorse economiche, la trasversale Bovalino-Bagnara come altra arteria di grande comunicazione – eterna incompiuta -, il raddoppio della Galleria della Limina sulla SGC Jonio-Tirreno, le strade provinciali che collegano i centri costieri a quelli pre-aspromontani o aspromontani e delle Serre (come le S.P. 9 ma anche le S.P. 1, 2 e 5) sono priorità ineludibili, sia dal punto di vista della mobilità ma soprattutto dal punto di vista del progresso sociale delle nostre comunità. A causa di queste infrastrutture pericolose e inadeguate, interrotte o addirittura mancanti ogni possibilità di crescita ci è quasi preclusa e si condannano i nostri territori e i nostri Comuni anche all’isolamento o peggio ancora allo spopolamento. Le attività produttive, agricole, commerciali o imprenditoriali medio-piccole soffrono di questa situazione e per poter concorrere nel mercato fanno più fatica delle altre realtà d’Italia o anche di altre zone della medesima area metropolitana o regionale. Anche la realizzazione di opere quali il Tribunale nuovo a Locri è un tema che ci preme evidenziarLe per l’importante impatto che avrebbe per ribadire la presenza dello Stato.

La Locride attualmente soffre più di ogni altra zona del territorio reggino della mancanza di una tangibile e seria attività di programmazione e di attuazione di lavori. Noi chiediamo che nella rivalutazione complessiva della viabilità calabrese si riconosca pertanto la strategicità del nostro territorio quale “ponte” dal Mediterraneo al resto d’Italia. Sua Eccellenza vogliamo sottoporre alla Sua attenzione anche la questione sanitaria. L’Ospedale di Locri, la Casa della Salute di Siderno, le Case di Comunità, l’Ospedale di Comunità di Gerace rappresentano strutture, alcune già esistenti e mal funzionanti, che nell’ambito della riforma del Servizio sanitario Nazionale prevista dopo l’emergenza pandemica, dovranno essere realizzate sui nostri territori. L’attuazione del PNRR e della Linea di intervento Missione 6 Componente 1 Salute “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” con la delibera del Commissario Straordinario dell’ASP n. 636 del 4.07.2022 ha previsto questi interventi importanti anche per la Locride. Confidiamo che queste strutture vengano al più presto costruite e/o riqualificate, ma soprattutto vogliamo che ci sia un loro adeguato funzionamento, perché i nostri concittadini spesso non hanno servizi territoriali e quelli centrali, ai quali sono costretti a rivolgersi, sono anche carenti o comunque stentano a mettersi al pari di quelli di altre zone di questa Regione.

Quando parliamo di servizi sanitari e socio-assistenziali non possiamo che menzionare la carenza in tutti i Comuni di medici di famiglia e di pediatri di libera scelta o ancora dei Consultori familiari o la mancanza di strutture per la cura e la gestione delle patologie mentali, con tutte le conseguenze negative e deprecabili che possiamo immaginare. E ciò, se si analizza nel contesto già accennato della carenza di infrastrutture viarie, determina soprattutto per i centri interni, piccoli o medi, un problema sociale e di dignità umana che non può essere sottovalutato. Per questi raggiungere altri centri, eventualmente provvisti di tali professionisti o servizi, diventa un’impresa quasi impossibile. La predetta problematica, che seppure sembra essere affrontata con nuovo vigore, continua a creare problemi ai nostri cittadini e anche a coloro che decidono di trascorrere un po’ di tempo libero nei nostri comuni e che spesso sono scoraggiati. Altra problematica che quotidianamente dobbiamo affrontare, come autorità di protezione civile, è la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del suolo dall’erosione costiera e dal dissesto idrogeologico dei territori collinari e montani. Molteplici sono le difficoltà nelle comunità che rendono spesso impraticabili la percorribilità di strade o l’utilizzo di intere aree mettendo in pericolo anche le vite umane. Durante i periodi estivi dal 2021 fino alla scorsa estate il nostro patrimonio collinare e montano sia dell’Aspromonte e delle Pre-Serre (il nostro è un territorio vasto e che si sviluppa in senso longitudinale – a sud e nella zona centrale è incastonato nel Parco Nazionale d’Aspromonte e a Nord raggiunge le Pre-Serre confinando con le zone del Vibonese e del Catanzarese) è stato oggetto di ripetuti e incontrollati episodi di incendio che lo hanno pressoché devastato, con conseguenze drammatiche per le precarie condizioni economiche di aziende agricole, zootecniche e di silvicoltura. Inoltre, la distruzione di ettari di boschi, di vegetazione e di fauna, ha creato un danno anche di immagine per i nostri territori e ha posto in evidenza la necessità di una nuova programmazione a salvaguardia di questo patrimonio sia con azioni concrete di difesa del suolo e del sottosuolo e sia con iniziative in grado di creare occupazione e sviluppo socioeconomico, così come avviene nelle altre zone montane della nostra Nazione. È importante ribadire che molti dei nostri Comuni sono collocati in aree interne per cui le predette problematiche di collegamento o viabilità, di carenza di servizi istituzionali (quali scuole, guardie mediche, professionisti sanitari, uffici pubblici) imposte da decisioni assunte senza la verifica delle condizioni reali dei luoghi, sono pericoli reali per la sopravvivenza delle popolazioni di questi centri.

A ciò si aggiunge anche il dissesto idrogeologico che è causa di ulteriori rischi quale la perdita di un importante patrimonio edilizio e lo spopolamento. Quest’ultimo è l’elemento più preoccupante per i nostri paesi collinari e montani in quanto è causa della perdita di importanti risorse storiche, di tradizioni popolari e culturali e di intere comunità. Ancora, le nostre coste che si snodano per oltre 90 chilometri, da Monasterace a Capo Spartivento, costituiscono la c.d. Costa dei Gelsomini che è una delle zone costiere più affascinanti d’Italia. Sono anche queste un patrimonio incontaminato da tutelare e preservare per la vivibilità dei nostri centri costieri, ma soprattutto da valorizzare al fine di incentivare lo sviluppo turistico della Locride. Il Mar Ionio, il mare che Omero ha raccontato nelle gesta di Ulisse, è fonte di ricchezza e di ispirazione culturale, ma anche di accoglienza e di integrazione – come ci mette in evidenza l’esperienza di Roccella divenuta ormai la meta dei viaggi della speranza o purtroppo della morte di migliaia di immigrati – e pertanto deve essere oggetto di un piano di interventi mirati. Da un lato occorre provvedere alla mitigazione del rischio di erosione e dall’altra alla costruzione di nuove strutture capaci di captare investimenti. Ciò posto, come rappresentanti di questo comprensorio non possiamo evidenziarLe un’altra necessità questa volta immateriale ma di immenso valore sociale: il nostro patrimonio culturale e paesaggistico.

Questo è il collante delle nostre comunità. Le tantissime iniziative culturali e di promozione delle bellezze storiche, artistiche, architettoniche e naturali sono indispensabili per la crescita della Locride e vogliamo farle diventare elemento portante del necessario cambiamento culturale. Ad esempio – ed è solo a titolo esemplificativo e assolutamente non esaustivo – meraviglie o eccellenze dei nostri territori quali i Calanchi di Palizzi, Petracappa – il monolite più alto di Europa a cui si può accedere con diversi percorsi naturalistici dai territori di San Luca, Natile di Careri e Platì, il Santuario di Polsi, il Museo all’aperto Musaba di Mammola, le Terme di Antonimina, il Castello di San Fili a Stignano, il Monastero ortodosso di San Giovanni Theristis a Bivongi, la Cattolica di Stilo, la Chiesa dei Tredetti a Staiti, il Naniglio di Gioiosa Jonica, il Centro Recupero delle Tartarughe marine di Brancaleone, il bergamotto, l’arancio biondo di Caulonia, il gelsomino, il caciocavallo di Ciminà,– giusto per citarne alcune che si affiancano ad altre ancora più conosciute come i musei, i castelli, i siti archeologici (Locri, l’antica Kaulonia oggi Monasterace, Villa Romana di Casignana), le pinete marine, la variegata vegetazione dell’Aspromonte, i palazzi storici, i borghi storici e gli eventi culturali storicizzati sono luoghi o eventi da valorizzare, perché possano rappresentare il volano di sviluppo per ogni comunità, quali tappe di un grande itinerario turistico, ricreativo, culturale e religioso. Questa terra, ill.mo Sig. Prefetto lo sappiamo deve affrontare da sempre un problema legato alla diffusione della ‘ndrangheta, noi Sindaci insieme alla stragrande maggioranza delle nostre comunità siamo impegnati in questa lotta e vogliamo continuare a condurla accanto alle Istituzioni e alle Forze dell’Ordine, ma siamo convinti che, dopo la fase di repressione, l’azione più decisiva possa e, anzi debba, essere la promozione di una immagine diversa della Locride. Solo così la Locride può divenire una meta da raggiungere e non da evitare. Con iniziative specifiche, in questo campo, si potrebbero creare occasioni di sviluppo, di occupazione e di progresso culturale per le nostre comunità, consentendo loro di mostrare, vivere e valorizzare al meglio le bellezze che custodiscono.

Ecco perché Le abbiamo descritto le predette criticità, perché queste impediscono la promozione di questo patrimonio e pertanto limitano la nostra crescita! Ill.mo Sig. Prefetto non vogliamo rassegnarci al fatto che una ragazza o un ragazzo per studiare deve alzarsi all’alba per raggiungere il luogo di studio distante pochi chilometri, che però per le difficoltà logistiche sopra descritte diventa qualcosa di estenuante; o ancora che una cittadina o un cittadino per curarsi deve sopportare le medesime difficoltà o ancora che queste deve affrontarle una famiglia che sceglie di trascorrere qui le proprie vacanze. Piuttosto, vogliamo insieme a Lei e allo Stato far crescere questa terra e dare pari dignità di crescita ai nostri giovani, preservando la memoria dei nostri anziani. I problemi dei nostri territori vanno affrontati con strumenti ed azioni specifiche o speciali che tengano conto delle realtà esistenti. Nella Locride i tagli alla scuola, magari con l’accorpamento o il dimensionamento scolastico, hanno un impatto ben più rilevante che in qualsiasi altra parte dell’Italia. Lo stesso dicasi per i tagli alla Sanità pubblica o la mancata previsione di spesa per infrastrutture. Ad esempio Sig. Prefetto già sulle criticità delle nostre scuole alcuni piccoli centri, quali San Luca, Africo, Platì e Careri avevano avviato con S.E. il Dott. Massimo Mariani, suo predecessore, un tavolo di confronto per la tutela del diritto allo studio proprio in quelle zone particolarmente fragili dal punto di vista sociale. Per questo Le chiediamo di approfondire le tematiche sopra indicate con l’istituzione di un Tavolo tecnico permanente per la Locride, il quale rappresenterebbe un modo per consolidare la collaborazione e la sinergia tra le Istituzioni con il compito di affrontare, discutere e giungere alla risoluzione delle problematiche più cogenti o promuovere lo sviluppo culturale e socio-economico della Locride coinvolgendo di volta in volta, nel caso in cui si ravvisasse la necessità, altri rappresentanti istituzionali. In questo modo siamo certi che lavorando in sinergia con Lei al nostro fianco molte delle idee o questioni sopra esposte potranno essere affrontate con la giusta sagacia e incisività. Con ossequio.

I Sindaci dell’Associazione Comuni della Locride