– Associazione dei Comuni della Locride: altro che unità d’intenti e sinergia per fronteggiare le grandi problematiche del territorio. Da quanto emerso nel corso dell’ultima riunione, che si è tenuta presso la sala del Comune di Siderno e finalizzata a programmare la sbandierata annunciata “marcia su Roma”, sembra che ormai l’associazione , per dirla alla Giovanni Calabrese, in questo modo non ha veramente piu’ ragioni di esistere. E’ tutto, insomma, da rifare, compresa la spedizione romana programmata nel corso della precedente riunione del 5 aprile per i primi giorni di maggio e che doveva svilupparsi per almeno tre giorni per poter mettere sul tappeto, nella sede romana, le necessità del territorio. Martedi sera , invece, è successo quello che nessuno si aspettava. Assenti i due presidenti, dell’ assemblea e del Comitato, Giorgio Imperitura e Giuseppe Strangio, il primo perché fuori sede e il secondo perché impegnato già con la fase preelettorale del suo Comune , S. Agata del Bianco l’incontro è stato convocato dal sindaco di Siderno, Pietro Fuda in perfetta sintonia con il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, i due comuni piu’ popolati del territorio, che si erano assunti l’onere di un opportuno confronto con gli altri primi cittadini per mettere a punto la strategia programmatica per la trasferta romana. Il tutto per evitare di presentarsi agli eventuali responsabili del Governo, ove mai fossero stati ricevuti, in ordine sparso e senza avere le idee chiare per come , purtroppo, era accaduto già – lo avevano evidenziato nella precedente assemblea gli stessi sindaci – in precedenti occasioni. Motivazioni del tutto ineccepibili ed era giusto aspettarsi una partecipazione massiccia dei primi cittadini per come d’altra parte si era registrata durante l’ultima riunione del 5 aprile, quando, appunto, dopo un lungo dibattito, si era presa la decisione di andare tutti a Roma, con tanto di fascia tricolore, per una “tre giorni” impegnativa finalizzata a fare sentire la voce unitaria di una Locride che pretende maggiore attenzione. La serata, pero’, si è subito rivelata in salita perché a fronte dei 42 rappresentanti dei Comuni della Locride, seppure comprensivi di cinque Comuni gestiti da Commissari prefettizi, sono risultati presenti solo 16 primi cittadini o loro delegati (Agnana, Ardore, Bianco, Careri,Casignana, Caulonia, Ferruzzano, Gioiosa Ionica, Grotteria, Locri, Monasterace, S. Giovanni di Gerace, Samo, S. Ilario, Siderno,Stignano). Un brutto biglietto da visita per la premessa di una manifestazione che secondo le intenzioni doveva segnare una svolta decisiva per il futuro della Locride. Pietro Fuda, da padrone di casa,ha espresso le sue perplessità ma è stato subito il sindaco di Locri Giovanni Calabrese ad esprimere le sue ( pesanti) considerazioni su un organismo istituzionale che in questo modo manifesta solo la sua incapacità operativa e la ovvia necessità che, ove si debba mantenere in vita , sia completamente “rivisitato” altrimenti non ha motivo di esistere. A lui ha fatto subito eco Giuseppe Vumbaca , sindaco di San Giovanni di Gerace e, quindi, si è aperto una serrato e lungo dibattito in cui, tra l’altro, Salvatore Fuda , sindaco di Gioiosa ionica, ha ricordato la grande manifestazione a favore dell’ Ospedale i Locri del 17 ottobre scorso e l’incapacità, poi, di sfruttare la “risposta” data dai circa diecimila cittadini della Locride presenti e il sindaco di Monasterace Cesare De Leo ha aggiunto che forse anziché una manifestazione di piazza era meglio chiedere incontri specifici con i ministri della Salute e del Lavoro. Gli altri interventi da quello della stesso Pietro Fuda a quello del sindaco di S. Ilario Pasquale Brizzi hanno preso atto della realtà e ci sono stti anche sindaci come Aldo Canturi ( Bianco) e Vito Antonio Crino’ ( Casignana) hanno sparato a zero sui vertici della associazione. Alla fine Giovanni Calabrese che pure aveva salutato la precedente assemblea del 5 aprile come una specie di punto di partenza per la vita dell’organismo dopo le sue ben note critiche del passato ha lamentato che in queste condizioni e meglio annullare la spedizione romana e rivedere tutto perché – ha precisato – ci sono ancora sindaci che pensano solo al proprio orticello e non si rendono conto che la Locride deve essere la “città” di tutti. Tra l’altro durante l’incontro è emerso che già dopo il 5 aprile , seppure in maniera informale i sindaci si erano visti ( e discusso della trasferta romana) in altre due occasioni , il 15 e il 21 aprile. Non sembrava veramente che sarebbe finita cosi’. Difficile prevedere quello che succederà nell’immediato futuro anche perché qualcuno, tra le righe, ha lasciato intendere che qualcuno si sia mosso ( motivazioni politiche ? ) per boicottare la manifestazione. Se tant’è la situazione è ancora piu’ grave del dovuto. Resta, intanto, il fatto che la spedizione romana è stata annullata.

Aristide Bava

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