SIDERNO – Big Ben ha detto stop. Come in una puntata del vecchio show televisivo di “Portobello”, condotto dall’indimenticato Enzo Tortora, la seduta consiliare fiume di stasera, durata cinque ore e mezza, ha decretato
la fine delle trattative durate alcune settimane e finalizzate a ottenere un rimpasto di giunta e un cambio radicale nel ruolo di presidente del civico consesso.
Tutto resta come prima, nella serata in cui, assenti il vicesindaco Anna Romeo e l’assessore alle Politiche Sociali Bianca Gerace, per lunghi tratti, alcune “colombe” hanno rivestito il ruolo dei “falchi”, a cominciare dall’assessore al Bilancio Gianni Lanzafame, considerato tra le figure istituzionali in equilibrio precario (insieme alla già citata Anna Romeo e al presidente Paolo Fragomeni) fino a un paio di settimane fa.
Lanzafame, infatti, ha rotto il gelo iniziale con un intervento in cui è andato molto oltre gli aspetti tecnico-contabili, quando, nell’introdurre la votazione del Documento Unico di Programmazione, ha enunciato un vero e proprio manifesto politico dell’amministrazione Fuda, elencando le opere già fatte e quelle da fare, prima tra tutte il nuovo impianto di pubblica illuminazione, non disdegnando frecciate a quella parte di stampa considerata “ostile” – imitato in questo, seppur con altri “bersagli” dal consigliere del Pd Carlo Fuda – e ha concluso dicendo che «Non si potrà percorrere strade diverse da quelle tracciate dalla nostra amministrazione, se non si vuole distruggere Siderno».
Più che un discorso d’addio, come valutato dal consigliere di centrodestra Pietro Sgarlato, il suo è apparso come un intervento in cui l’assessore ha inteso rivendicare la bontà dell’operato dell’intera amministrazione e la sua appartenenza all’esecutivo cittadino.
Questo, naturalmente, non gli ha impedito di finire sotto l’attacco concentrico dei consiglieri di opposizione, dallo stesso Sgarlato, che ha aspramente criticato l’enunciata trasparenza dell’amministrazione, adombrando conflitti d’interesse nell’organismo di valutazione, al consigliere del Pd Giorgio Ruso, che ha messo a nudo l’asserita «Mancanza di sostegno consiliare da parte di un proprio gruppo all’assessore Lanzafame, rappresentante di un partito – si riferisce a Possibile – che mi chiedo quali fondi abbia portato a Siderno, a differenza del Pd», del consigliere De Leo , della capogruppo del Pd Mariateresa Fragomeni, che ha definito Lanzafame e Paolo Fragomeni «Fuori luogo» e soprattutto del consigliere del Pci Antonio Sgambelluri, che, da ex appartenente al movimento “Siderno Libera” ha attaccato frontalmente l’ex “compagno” Lanzafame, dicendo in premessa che «Non spetta a lui l’analisi politica» e aggiungendo che «Se pensava che io restassi a fare il mero alzatore di mano in Consiglio si sbagliava di grosso, perché sapeva fin dalla campagna elettorale che io sarei uscito dalla maggioranza se non avessi notato la massima trasparenza negli atti dell’amministrazione comunale. E’ ora che la maggioranza – ha concluso – si ponga il problema dei suoi numeri risicati in Consiglio».
E così, dopo una corposa parte centrale della seduta, della quale riferisce in un articolo separato la nostra Emanuela Alvaro, dopo le 21, il Consiglio ha ritirato la delibera relativa al regolamento di concessione degli immobili comunali, approvato a maggioranza il regolamento della commissione Pari Opportunità e, all’unanimità, istituito il Garante dei Diversamente Abili e votato (seppur con lo stralcio degli articoli riguardanti il comitato di gemellaggio) il gemellaggio con la cittadina portoghese di Barcelos.
Dopo le 22 è iniziato il punto più atteso della seduta, per la cui discussione, a inizio dei lavori, il consigliere Sgarlato aveva chiesto l’inversione dell’ordine del giorno, ovvero il dibattito sulla gestione dell’ufficio di presidenza del civico consesso.
«Nulla di personale contro Paolo Fragomeni – ha detto in premessa Sgarlato – e quella che io e altri consiglieri abbiamo chiesto non è una mozione di sfiducia nei suoi confronti, anche perché io non ho mai votato la fiducia nei suoi confronti o nei confronti dell’amministrazione. Piuttosto, visto che molti lamentano una sua mancanza d’imparzialità, è giusto che se c’è qualcuno che intenda sfiduciarlo, lo faccia qui, alla luce del sole e in questa sede».
Sgarlato ha altresì addebitato a Paolo Fragomeni «La mancata notifica ai consiglieri della diffida da parte del Prefetto in occasione della seduta relativa all’approvazione del bilancio di previsione».
Mariateresa Fragomeni ha rincarato la dose.
«E’ dal 2001 che siedo sui banchi del consiglio comunale – ha esordito – ed è la prima volta che si mette in discussione la gestione dell’ufficio di presidenza, sebbene i predecessori di Paolo Fragomeni non fossero delle perle. Lo ritengo umiliante – ha proseguito – e non avrei mai voluto discutere di questo, ma evidentemente è lo specchio dell’andazzo dell’intera amministrazione. Oltre a quanto stigmatizzato dal consigliere Sgarlato, devo aggiungere altre due gravi mancanze, oltre al deficit di imparzialità, palesate dall’attuale presidente del consiglio comunale, ovvero la mancata convocazione entro i termini del consiglio comunale per l’approvazione del bilancio di previsione e del consuntivo, significa che la sua condotta evidenzia l’incapacità di gestione ed è lesiva di tutto il Consiglio, mostrando di essere completamente assoggettato alla maggioranza, ed è ora di valutare assieme al sindaco la rivisitazione del suo ruolo e di quello dell’intera giunta».
Paolo Fragomeni, invece, incassa il sostegno convinto dell’intera maggioranza (sono intervenuti la capogruppo di Fattore Comune Rita Commisso, che ha presentato un documento di appoggio al suo operato, votato a fine seduta dalla maggioranza, e i consiglieri Meleca, Figliomeni e Baggetta). Rita Commisso ha aggiunto che «Sarebbe stato meglio proporre una mozione di sfiducia vera e propria», mentre un sostegno convinto è arrivato anche dal consigliere di opposizione Totò Sgambelluri.
A questo punto, Pietro Sgarlato ha cercato di stanare quelli che, a suo dire, avrebbero criticato l’operato di Paolo Fragomeni in privato «Tra cui – ha detto – anche qualcuno di quelli che è intervenuto oggi in suo appoggio, e che hanno fatto anche da “messaggeri” nei giorni delle trattative».
Molto “democristiano”, quasi “doroteo” l’intervento del sindaco Pietro Fuda, che si è limitato a dire che «Il problema non è l’operato del presidente Fragomeni quanto la mancata revisione del regolamento che riduce molto i margini della sua operatività e che andrebbe riformato, così come altri strumenti normativi».
A questo punto ha preso la parola il presidente Paolo Fragomeni, che ha premesso di parlare fuori dal ruolo, dicendo in premessa che «Non ho mai assistito a una messa in mora del presidente del consiglio comunale e avevo qualche riserva a discutere di un punto che, così come è stato formulato, trovo che sia troppo generico e rischia di trasformare questa seduta in una sorta di tribunale inquisitorio. E’ vero: sarebbe stata già corretta una mozione di sfiducia, anche se io, per formazione politica, ho sempre rispettato il ruolo delle opposizioni, e basta cronometrare ogni seduta, la durata degli interventi dei consiglieri di minoranza, che supera di gran lunga quella degli interventi dai banchi della maggioranza».
Quindi, ha replicato a Sgarlato dicendo che «La diffida del Prefetto non è mai arrivata nelle mie mani, e ho appreso della stessa da un consigliere di minoranza. Voglio sperare che si sia trattato di un disguido e che non sia una cosa fatta ad arte. Ricordo – ha aggiunto – alla capogruppo del Pd Mariateresa Fragomeni, che il presidente convoca le sedute consiliari, ma non istruisce le pratiche, cosa che invece tocca agli uffici comunali».
«Scemenze»: lo interrompe un paio di volta la stessa Fragomeni, provocando la reazione del presidente del consiglio comunale che senza indugio l’ammonisce con veemenza: «Non si permetta di interrompermi e abbia rispetto del ruolo che rivesto».
Quindi, nell’approssimarsi alle conclusioni, Paolo Fragomeni dice che «Nella mia lunga storia politica, non ho mai mostrato attaccamento alla poltrona e ai ruoli istituzionali, che ho più volte rifiutato. Se nel 2015 ho accettato di candidarmi per il bene di Siderno l’ho fatto solo perché la segretaria del mio partito me l’ha chiesto, anche se ho sempre preferito l’attività politica con la “p” maiuscola ai ruoli istituzionali, e se sono qui è perché mi ha votato la maggioranza del consiglio comunale. Mi dimetterei solo in due casi: se il consiglio comunale mi sfiduciasse o se me lo chiedesse direttamente il sindaco, al quale rinnovo la mia stima, per l’interesse superiore della comunità. Certamente, non mi farò da parte per soddisfare sentimenti di rivalsa o di odio personale nei miei confronti, da parte di qualcuno. Tutti noi dovremmo porci delle domande: perché siamo qui? Perché siamo stati eletti? Qual’è la nostra funzione? Cosa si aspettano da noi i cittadini? Non credo che questi ultimi – ha concluso – vogliano assistere alle solite polemiche su cavilli, sotterfugi, o interessi di partito al di là dell’interesse pubblico. Piuttosto, sui problemi che davvero interessano i cittadini, penso che si possa trovare l’accordo di tutte le forze politiche rappresentate in consiglio comunale».
Sgarlato, pur stigmatizzando quelle che definisce «Le assenze di alcuni assessori che si nascondono» mostra apprezzamento «Per le parole sincere del presidente Fragomeni anche se il problema riguarda le lotte interne alla maggioranza che portano al fallimento dell’intera amministrazione. Confesso – ha concluso – che avrei voluto che la discussione avesse preso un’altra piega e che tutti avessero avuto il coraggio di chiarirsi apertamente in questa sede».
Non è mancata la replica di Mariateresa Fragomeni.
«Apprezzo in parte le parole del presidente – ha detto – ma non il passaggio in cui allude ai presunti “sotterfugi”, visto che la sua elezione alla presidenza del civico consesso è frutto di un sotterfugio, e se vogliamo dirla tutta, non capisco con quale faccia abbia chiesto il rinnovo della tessera del Pd quando il partito che rappresento è all’opposizione, mentre lui resta fedele alla maggioranza. In ogni caso, il problema politico va affrontato in altre sedi e non in consiglio comunale».
Puntuale, il cenno alle trattative delle scorse settimane.
«Ci sono state – ha detto Mariateresa Fragomeni – e sono stata contattata personalmente dal sindaco, come ho dichiarato pubblicamente. Poi, non si è trovato l’accordo e allora continuiamo così, ognuno con le proprie diverse posizioni».
La seduta si è chiusa, come detto, con la votazione – un po’ frettolosa, vista l’ora tarda – del documento presentato da Rita Commisso, a sostegno della presidenza di Paolo Fragomeni, da parte della maggioranza consiliare.
Gianluca Albanese – Lentelocale.it