R. e P.

surclassato da innumerevoli richieste, giustificate e comprensibili, dettate da una ansia che sfiora la disperazione e che io non ricordo nel corso della mia esperienza professionale, ci tengo innanzitutto a chiarire che non si tratta di un vero e proprio bonus bollette, ma di fringe benefit che, tradotto in italiano così da evitare il politichese pertanto la presa per i fondelli, significa l’insieme dei beni e servizi che le aziende, quelle con il portafogli pieno, mettono a disposizione dei propri Lavoratori dipendenti, oltre alla normale retribuzione. Telefono aziendale, Pc aziendale, auto aziendale, polizze assicurative, buoni pasto, buoni benzina fanno parte tutti dei fringe benefit.

Questi beni e servizi che le aziende offrono ai propri dipendenti, sono esentasse fino al limite di 258,23 euro annui.

Il Governo, in una giornata di sole, per fronteggiare l’amaro periodo che si sta attraversando tra cui il caro bollette ha introdotto, con il Decreto Aiuti-bis, la possibilità per le aziende di sostenere i propri dipendenti, nel pagamento delle bollette di acqua, luce e gas elevando l’importo massimo dei fringe benefit, che rimangono esentasse, da 258,23 euro a 600 euro.

Le aziende, quindi, per tutto il 2022 e solo per le bollette pagate nel corso del 2022, potranno proporre tra i propri benefit anche la possibilità per i dipendenti di pagare o farsi rimborsare le utenze.

Inoltre, dell’importo massimo di 600 euro, rimane fuori l’eventuale bonus carburante (200 euro) già erogato o da erogarsi, che ha lo stesso principio.

Voglio evitare di esprimermi sul concetto di Bonus espresso dal Governo per evitare di fare confusione.

Concludo col ribadire che, il cosiddetto Bonus bollette, che non è un aiuto dello Stato, può (non deve) essere erogato dal Datore di Lavoro che, valutata la possibilità finanziaria di erogarlo, decide di dare il suo supporto ai propri dipendenti.

Il solo vantaggio del Datore di Lavoro, rimane quello di portare in deduzione fiscale la spessa affrontata che non è soggetta a contribuzione.

 

Luigi Errigo