“Oggi qui  si incontra  un  pezzo di Calabria dal volto pulito; la Calabria  che fa sorgere il bene, dal male  subito. Un bene che non si ferma di fronte alle fatiche, alle paure,  ai passaggi difficili. Voi rappresentate la  Calabria della coscienza inquieta e della corresponsabilità. La Calabria che non dimentica e che si porta appresso una memoria che deve farsi sempre piu impegno, fatta di uomini e donne che hanno voglia di portare avanti il processo di liberazione e di nuova resistenza, perché dopo il 25 aprile tutti noi siamo chiamati a combattere una nuova resistenza. Non è vero che siamo liberi. Dobbiamo ancora essere liberati dal cancro della mafia ”. E’ uno dei passi piu’ significativi dell’intervento di Don Luigi Ciotti che ha chiuso ieri mattina,a poche decine di metri, dal luogo dov’è  stato barbaramente ucciso Gianluca Congiusta , gli interventi programmati per solennizzare “Le radici della memoria” la manifestazione organizzata nel decennale dell’uccisione del giovane commerciante sidernese per ricordare assieme a lui tutte le vittime innocenti della mafia. Un lungo elenco letto da un folto gruppo dei loro familiari che si sono alternati sul palco predisposto per solennizzare la cerimonia commemorativa, dopo che Deborah Cartisano , figlia di Lollo’, altra vittima innocente della mafia ha letto una toccante lettera scritta dalla sorella di Gianluca Congiusta, Roberta ad un anno dalla sua uccisione. Una lettera che ha fatto piangere molta della gente che ha affollato la zona teatro della manifestazione dove sono stati realizzati anche tre giganteschi murales che, anno dopo anno, saranno arricchiti dai nomi delle vittime di mafia e che in questa occasione sono già stati intitolati a Gianluca Congiusta, Lollo’ Cartisano e Vincenzo Grasso. E’ stata una giornata molto intensa nel corso della quale si è dato spazio soprattutto ai giovani che hanno fatto da cornice alla manifestazione con attività ludiche  mentre molti balconi e molte finestre della città  in segno di rispetto e vicinanza per la famiglia di Gianluca e di quelle delle altre vittime innocenti di mafia hanno mostrato i segni della loro partecipazione non solo affollando la via Sasso Marconi, dove si è svolta la manifestazione ma anche  con  l’iniziativa “Un lenzuolo bianco contro la mafia”, esponendo fuori dalle loro  finestre o dei loro balconi  un telo o  un lenzuolo bianco . Tanti lenzuoli a significare  più unione, più voglia di lottare  e piu’ voglia  di riscattare questa terra che non  vuole piu’ vittime innocenti. Alla manifestazione hanno partecipato numerosi sindaci, non solo della Locride, con le loro fasce tricolori e vari rappresentanti istituzionali . La città è stata rappresentata dal commissario prefettizio Eugenio Pitaro che nel suo intervento di saluto si è rivolto principalmente ai giovani ; poi si sono alternati i rappresentanti delle associazioni che hanno contribuito  alla riuscita dell’evento e che Mario Congiusta ha voluto ricordare , dall’ Associazione Libera che si batte contro i sopprusi di tutte le mafie sul territorio nazionale, alla  Associazione ” Cambiamenti” , alla  Don Milani, alla Gianluca Congiusta Onlus, all’ Ymca e via via le altre associazioni di volontariato che si sono date un gran da fare anche per disciplinare il traffico  nei pressi del luogo in cui è stato barbaramente ucciso Gianluca Congiusta e dove è stato eretto un monumento a ricordo suo e  delle altre vittime della mafia. Mario Congiusta ha fortemente puntualizzato l’importanza dell’evento soddisfatto per le folte presenze che aprono spazi importanti per  un futuro che si porta appresso la necessità di “non dimenticare” e nel contempo di ottenere risposte che ancora non ci sono su tante vicende. Molto atteso l’intervento di Don Luigi Ciotti che ha parlato con il cuore ma è stato anche “duro” per le verità che non  arrivano. Non è mancata una puntualizzazione sulla politica che “se fatta onestamente e nell’interesse delle comunità è un atto di carità ma se, invece è lontana dalla strada, dagli umili e dai problemi della società allora non è politica ma è un’altra cosa. E in questo caso – ha aggiunto – tocca a noi di cacciare questi mascalzoni che si preoccupano solo dei loro giochi e dei loro interessi”. Significativa anche la sua considerazione sulla manifestazione “che ha portato vita, con questi giovani, con questi colori che sono veramente segno di vita, nel giorno in cui ricordiamo la morte”. E, poi, il monito sulla Calabria che come recita il greco antico significa “faccio sorgere il bene”; un bene che si afferma – ha precisato – nonostante tutto. Un bene che in questa piazza c’è e che tutti voi rappresentate appieno”. La manifestazione è continuata per tutta la giornata e si è conclusa , a tarda sera, con un concerto musicale.

Aristide Bava

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