La “comunicazione al tempo del web”, di questo tema si è discusso ieri sera al Grand Hotel President in un incontro organizzato dal presidente del Club Rotary di Locri, Dott. Giovanni Condemi. Sono intervenuti i colleghi Aristide Bava di Gazzetta del Sud, Raffaella Rinaldis di Fimmina Tv, Giuseppe Mazzaferro di Telemia, Emanuela Ientile di Gazzetta del Sud, il magistrato onorario Francesco Rosa e l’avvocato Francesco Agostino. Nel mio intervento ho voluto rimarcare come al giorno d’oggi parlare di comunicazione non significa necessariamente parlare di giornalismo in quanto lo stesso fa parte dell’intero comparto della comunicazione. Negli ultimi 20 anni, il mondo del giornalismo, della comunicazione, è cambiato con una velocità superiore a quella del secolo precedente grazie all’avvento di nuovi mezzi tecnologici quali internet , come i telefonini, tutti i social network che però, come tutti gli apparati tecnologici, hanno alcuni vantaggi e altri svantaggi. Purtroppo internet e i social hanno falcidiato le rendite dei giornali quotidiani. Appena 30 anni fa si vendevano quasi 7 milioni di copie di giornali oggi se ne vendono 2 milioni e 800 mila copie. Negli ultimi 7-8 anni la carta stampata ha perso il 26,5% all’edicola perché i ragazzi non leggono più giornali. Ho evidenziato che l’ordine dei giornalisti è stato caricato da migliaia di iscritti proveniente dalle Università e dal mondo della scienza della comunicazione che mira a formare buoni addetti stampa o portavoce ma ha tralasciato di formare buoni giornalisti: i giornalisti sono una cosa , i comunicatori sono altra cosa ma si trovano tutti iscritti ad un ordine professionale. Si mandano in circolazione migliaia e migliaia di giornalisti mentre stanno chiudendo i giornali e non ci sono più posti per loro e finiscono i giornali basti pensare che da 90 quotidiani siamo passati a 50 e solo i giornali locali riescono a sopravvivere. Quanto a fb il più delle volte ci sono delle persone che si nascondono dietro un nick name per tentare di esistere. Dietro tutto questo c’è la triste parola di frustrazione o altra patologia grave che prima impedivano a tanti soggetti di avere uno sfogo e che oggi invece, grazie a questa tecnologia, glielo consente tutto questo si chiama “effetto democratico” ma che effetto democratico non è. Ormai per fare click si cerca il titolo e capita spesso che voi siete attratti dal titolo ma poi nel contenuto dell’articolo si parla d’altro. La libertà nasce sempre dell’informazione a patto che sia un’informazione esatta non improvvisazione di saltimbanchi che lavorano per alcuni giornali o altre testate giornalistiche. Oggi che il 58% dei ragazzi tra i 14 e 29 anni non legge i giornali ma va ogni giorno su fb. Alla fine tutti d’accordo su un fatto: ben vengano le tecnologie e il progresso ma l’attrezzatura di base è la perfetta conoscenza della lingua italiana.
Antonio Tassone