Il 28  giugno 2013, esattamente 738 giorni addietro è stato svuotato l’invaso del Torrente Lordo per imposizione del Ministero delle Infrastrutture e la visione della  Diga che era certamente uno degli spazi turistici piu’ interessanti della Locride ha lasciato spazio ad un paesaggio di tipo lunare certamente in netto contrasto con la bellezza del luogo. Il provvedimento si era reso necessario per una crepe al pozzo paratoie.  Malgrado cio’ “ Da quella data – afferma l’ Osservatorio ambientale per il diritto alla vita –  nessuna azione per provvedere alla riparazione del danno al pozzo paratoie è stato messo in atto. A nulla sono valsi gli incontri, le sollecitazioni scritte e la richiesta di accesso alla documentazione; nessun cenno di risposta! Il consiglio si è chiuso in un rigoroso riserbo ma non per progettare ma solo per aspettare che passi la piena ( si fa per dire), nella speranza che nuove emergenze mettano in ombra questo problema”. Poi ironicamente la nota aggiunge  “ Nel Far West i proprietari dei pascoli alti usavano deviare il corso di fiumi per assetare le mandrie dei confinanti che stavano più in basso. Il Consorzio di Bonifica non ha fatto in tempo ad essere istituito (con decreto del Presidente della giunta regionale il 16 dicembre 2011 n. 202) che a distanza di due anni è già impantanato in problemi di bilancio e non si contano le battaglie combattute all’interno per la gestione personalistica del consiglio.  Adesso il pantano si è asciugato e le argille che ricoprono il fondo sono fratturate dopo due anni esatti dallo svuotamento cautelativo ma il Consorzio si aggira nei paraggi a pesca di … acqua, e per umidificare il terreno argilloso su cui poggia il rilevato della diga ha approntato gli innaffiatoi su tutto il fronte lato monte per scongiurare ( sic!) il cedimento dello stesso a causa della siccità”. Lo sfogo ( giustificato) del presidente dell’ Osservatorio, Arturo Rocca, si aggiunge a quello di tantissimi cittadini del centro storico sidernese che prima godevano di una vista stupenda e adesso devono convivere con la desolazione di un paesaggio deprimente, e di tanti cittadini abituati a passare le loro giornate festive sul lungo diva. Il comunicato di Arturo Rocca ironizza anche su fatto che “ Visto che nulla è stato fatto per salvare l’invaso si arrampica sugli specchi cercando di superare in pochi giorni quello che non è riuscito a fare in due volte 365, il consorzio preme per avere dalla Sorical l’autorizzazione a bypassare la diga convogliando l’acqua della sorgente Zinni che arriva con una condotta sotterranea di circa 8 km. e si versa nel Lordo per raggiungere il mare”. L’assurdo consiste , pero’ nel fatto che secondo l’ Osservatorio “ La Sorical non ha ancora il collaudo dei lavori che ha da poco concluso ed in tale assenza nessuna autorizzazione può concedere”. Secondo Rocca, peraltro  “la bella pensata” l’hanno avuta dopo che l’Osservatorio Ambientale ha denunciato che questa operazione porterebbe alla morte definitiva dell’invaso. Una soluzione, quest’ultima, che certamente non servirebbe nulla agli agricoltori, e farebbe passere in ombra tutti i problemi legati alla diga, dalla costruzione allo svuotamento e, finanche, “i rendiconti poco chiari che non sono mai stati rettificati”.  Insomma una brutta vicenda che certamente esula dalle finalità del Consorzio che sul sito istituzionale parla di Tutela, Sviluppo e Manutenzione del Territorio. Sul problema della Diga lo stesso sindaco di Siderno Pietro Fuda, che guarderebbe all’invaso come ad un grande possibile attrattore turistico,  d’altra parte, ha espresso in piu’interventi pubblici le sue riserve sulle possibilità che sia il Consorzio di Bonifica a doversi occupare della sua gestione lamentando la mancanza al suo interno di esperti che possano affrontare seriamente il problema e facendo una netta distinzione tra i tempi attuali e quelli in cui operava la Cassa per il Mezzogiorno che aveva scelto i Consorzi di bonifica per la gestione delle dighe “ anche se non ricade nelle competenze della nostra amministrazione – dice Fuda – la Diga è una presenza fondamentale e condizionante per lo sviluppo del nostro territorio. Ecco la necessità  di avviare tutte le iniziative per restituirla alla funzione primaria che è quella di soddisfare le esigenze dell’agricoltura e dell’uso potabile, senza che vengano meno le sue potenzialità”. L’obiettivo del primo cittadino di Siderno è, intanto, quello di assicurare l’irrigazione dei terreni nelle more del ripristino dell’invaso e, poi,  la sistemazione di tutta l’area circostante ai fini di individuare le iniziative compatibili con un Parco Urbano, con la possibile prospettiva di una auspicabile  promozione turistica, probabilmente, come ha anticipato in campagna elettorale, attraverso la via di un Concorso internazionale di idee.  Ma la premessa di tutto ciò è il ripristino dell’invaso. E, con l’andazzo che si sta registrando, non ci pare proprio che i tempi saranno brevi. Intanto, perché, i responsabili del Consorzio di Bonifica non danno qualche notizia in merito ?

Aristide Bava

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nella foto l’attuale paesaggio “lunare” dell’invaso