Da una gestione commissariale, libera da vincoli di natura elettorale e da pressioni politiche, ci saremmo aspettati un’azione rapida e incisiva sulla vita amministrativa della comunità, ancor più necessaria oggi che la nostra città è pesantemente colpita dall’ennesimo scioglimento del consiglio comunale.
Lo stato di totale incuria in cui versa il “Centro Polifunzionale”, già evidenziato nei giorni scorsi, è emblematico del momento difficile vissuto dal paese che, nell’imminenza della stagione balneare, avrebbe bisogno di un apparato amministrativo efficiente, in grado di dare risposte concrete alle numerose esigenze di cittadini e imprenditori legate al periodo estivo. L’arrivo dell’estate, a Siderno, si collega inevitabilmente all’assenza di uno strumento urbanistico, il “Piano Spiaggia”, in grado di disciplinare e dare ordine al litorale cittadino.
Durante la precedente amministrazione Fuda, con determinazione n. 298 del 09 Dicembre 2016 – Reg. Gen. 1177 venne affidata la redazione del “Piano Comunale di Spiaggia e Regolamento di Attuazione” alla Società Criteria S.r.L. per un importo di €. 11.083,50 oltre oneri previdenziali del 4% ed IVA del 22% ed altresì impegnata la spesa sui fondi, ma mai nessuna discussione venne affrontata in consiglio comunale e, occorre sottolinearlo, nessun provvedimento concreto venne mai adottato per dare l’avvio all’iter legislativo per l’approvazione di un piano che avrebbe potuto ridare dignità e decoro alle nostre spiagge e regolamentato, una volta per tutte, le attività commerciali e turistico-ricettive poste sull’arenile cittadino.
Ad oggi, nessun passo avanti è stato fatto. Anzi, ad aggravare la già critica situazione, lo scorso 04 Aprile 2019, il Responsabile del Settore 5 “Politiche del Territorio” del nostro Comune, inviava ai tecnici professionisti del settore una comunicazione in merito alle “Opere Minori”, in cui si stabiliva che, “chiunque intenda procedere a costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni è tenuto alla denuncia dei lavori e presentazione dei progetti presso la Regione Calabria – Dipartimento Lavori Pubblici – SISMI.CA – Servizio Tecnico di Reggio Calabria”. Nei giorni successivi (30 Aprile 2019), gli imprenditori del settore balneare venivano a conoscenza di un provvedimento, preso dagli stessi uffici, che disponeva che il montaggio delle strutture balneari sarebbe stato assoggettato al d.lgs. n. 380/2001 e all’autorizzazione paesaggistica–ambientale. Quindi, non solo nessun piano spiaggia, essendo l’iter per l’adozione del detto strumento urbanistico su un binario morto, ma anche l’impossibilità di montare le strutture balneari sull’arenile cittadino per l’imminente estate, attività commerciali e turistiche a rischio e cittadini che non avrebbero potuto fruire dei relativi servizi.
Inutile sottolineare l’entità delle ricadute sul lavoro di decine di famiglie e le ripercussioni sull’immagine già fortemente compromessa del nostro paese; pare che, solo grazie all’intervento degli imprenditori e delle associazioni di categoria, sia stato possibile tamponare il problema; tuttavia, ci sembra evidente che, se non affrontata adeguatamente, la stessa criticità si ripresenterà con regolarità anche negli anni futuri.
Alla luce di questa, come di altre situazioni analoghe, sorge spontaneo l’interrogativo su quanto le gestioni commissariali, così come stanno operando oggi nell’espletamento delle loro funzioni, siano utili ad una comunità che, a torto o a ragione, è stata privata di un’amministrazione “democraticamente” eletta.
Le commissioni prefettizie, pur avendo pieni e completi poteri di gestione e di amministrazione, hanno dimostrato numerose volte (si pensi alla situazione in cui versa la nostra città, alla mediocre qualità dei servizi, all’isola ecologica, allo stato delle strade, al degrado urbano, ecc.) di essere quantomeno inadeguate al perseguimento del fine che dovrebbero realizzare.
La bonifica di un ente dovrebbe passare attraverso lo sviluppo di procedure trasparenti e virtuose, che facciano uscire le comunità dalle sabbie mobili in cui sono state cacciate dalla spregiudicatezza di taluni amministratori e dalla lontananza di uno Stato che, se da un lato vuole usare il pugno fermo, dall’altro non è in grado di offrire alcun sostegno concreto ai cittadini che hanno subito l’onta dello scioglimento per mafia dei consigli comunali.
Il nostro ragionamento non vuole essere una critica sterile all’operato dei funzionari statali, bensì vuole stimolare una seria riflessione sulle ricadute concrete nel breve e medio termine di una gestione commissariale. L’amara realtà è che, oggi più che mai, la nostra città ha bisogno di una guida politico-amministrativa e di avere risposte concrete dal proprio Municipio.

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