Riceviamo e pubblichiamo:

Il regno del Re Fuda compie, oggi, 665 giorni. Quasi due anni di potere assoluto in cui il monarca, chiuso nella sua torre d’avorio insieme alla sua corte, ha ridotto allo stremo delle forze una comunità già provata da mille difficoltà ed ora divenuta agonizzante. “Un sindaco deve essere valutato per la sua capacità di progettare il  futuro…..”  ed ancora  “Lavoro, lavoro, lavoro:  lo voglio manifestare con forza, per il benessere e la dignità di ogni sidernese, anche di chi non sarà mio elettore”.  Frasi presenti  nella introduzione al programma elettorale e sottoscritte dall’attuale Sindaco di Siderno Pietro Fuda;  tante belle parole che, però, oggi rappresentano un vero e proprio schiaffo morale per tutti quei cittadini che hanno creduto in un vero scatto in avanti della città, che hanno immaginato un reale cambiamento ed invece si ritrovano a vivere in una realtà mortificata quotidianamente da scelte incomprensibili ed incompatibili con un qualsiasi progetto di sviluppo di una comunità. Quel programma mai attuato, ideato e sottoscritto dalla coalizione di Centro-Sinistra che sosteneva la candidatura dell’attuale Sindaco Pietro Fuda e che doveva rappresentare un vero e proprio manifesto politico oltre che un impegno solenne di cambiamento e di miglioramento, oggi, invece, dimostra in maniera inequivocabile cosa si intende quando  si parla di fallimento;  l’assenza assoluta di progettualità, la mancanza di qualsivoglia risultato, il disfacimento graduale ed irreversibile della maggioranza che, strada facendo, ha perso un pezzo dopo l’altro, stanno a dimostrare che quel progetto di rinnovamento e di rinascita era basato solo ed esclusivamente su velleità di natura personale, su una fame atavica di poltrone che nulla hanno a che vedere con il benessere di questa collettività che, oggi, si sente tradita e pugnalata alle spalle. Rileggendo quel  Libro dei Sogni, ci imbattiamo in questa frase:  “Non un semplice programma elettorale , ma una vera e propria dichiarazione di intenti che apra ad una fase di sviluppo sostenibile, di modernizzazione, di risanamento amministrativo ed ambientale legato ad un progetto forte d’inclusione ed integrazione sociale” . Punti di forza di quel programma propulsore dello sviluppo economico cittadino, così veniva definito quel progetto, dovevano essere, citiamo letteralmente “Centralità ai settori culturali, sociali ed ambientali; Ripresa dell’edilizia nel settore delle ristrutturazioni; Completamento delle opere pubbliche; Verde pubblico; Piazze e spazi attrezzati;  Convenzioni con banche; Piano strutturale; Agevolazione agli insediamenti produttivi; Ridefinizione della macchina amministrativa”. Quante belle ma inutili parole, quante false promesse, quanti bei discorsi senza, però, alcuna reale sostanza;  oggi, alla luce della penosa e triste realtà che ci circonda, non è forse lecito chiedersi cosa sia stato realizzato concretamente dopo circa due anni di amministrazione della nostra città? La verità è che, finalmente, si può  giocare a carte scoperte e comprendere, una volta per tutte, quale inganno sia stato perpetrato ai danni di questo paese e della sua gente. Siderno vive, oggi, una situazione di totale degrado, di confusione politico-amministrativa ancor più grave di quella già vissuta durante la fallimentare gestione commissariale. Basta guardarsi attorno. Strade fatiscenti ed una pista ciclabile mai omologata, una  viabilità caotica frutto di esperimenti cervellotici, spreco di denaro pubblico speso in maniera scriteriata o dato in consulenze a dir poco discutibili, una situazione ecologico-ambientale drammatica, la mancanza di una volontà concreta  di combattere l’evasione delle imposte comunali, una macchina amministrativa totalmente inadeguata a rispondere alle tante istanze dei cittadini e soprattutto un pool di amministratori assolutamente inadatti  al loro ruolo e gravemente  incompetenti.  E poi, ancora a proposito di promesse fatte e mai mantenute, come dimenticarsi  del teatro,  della casa della cultura, delle strutture scolastiche fatiscenti, delle politiche sociali a favore delle famiglie, degli anziani, dei diversamente abili, dei giovani, del piano strutturale, della casa della salute, della valorizzazione dei rioni cittadini, del borgo di Siderno Superiore e delle contrade ormai in totale stato di abbandono, del ripristino della diga e della valorizzazione del territorio circostante, della risistemazione delle aree cimiteriali, dell’isola ecologica, del piano del traffico, dello stadio comunale, del palazzetto dello sport, della piscina, delle politiche di sostegno per le attività artigianali, imprenditoriali, commerciali, turistiche, agricole, del piano spiaggia e delle decine di altre promesse fatte e di cui si è perso, ad oggi, ogni traccia. Ad ognuna di queste criticità, in quel  tanto decantato programma, sono state dedicate pagine e pagine, prospettando, per ognuna di esse, soluzioni subito realizzabili e facendo immaginare alla cittadinanza che, a questa amministrazione, nessun risultato fosse precluso. Quel progetto politico, si affermava, avrebbe tenuto conto della storia della città, avrebbe saputo  individuare le possibili necessità contingenti e future ed  avrebbe saputo valutare le reali risorse finanziarie ed umane per dare risposte concrete ai cittadini. La verità è che la politica, ancora una volta, dimostra di avere la memoria molto corta. Caro primo cittadino, la realtà dice che non basta promettere. Bisogna uscire dalla torre d’avorio per capire le vere problematiche di una comunità. Occorre andare per strada e parlare alla gente agendo nell’interesse comune senza badare alle esigenze dei singoli.  E’ necessario avvalersi di collaboratori davvero competenti. Iniziare a capire quali sono i veri problemi e, soprattutto, occorre avere la volontà di volerli affrontare seriamente. Caro Sindaco, si alzi dal suo trono, deponga il suo scettro, tolga la sua corona, si liberi dai cattivi consiglieri. Questa è la sua città e noi non siamo i suoi sudditi, ma i cittadini di Siderno.